Ripartenza a singhiozzo "Servono 75 custodi in più"

A 48 ore dalla prima campanella sono stati assegnati altri 28 incarichi ai docenti. Cassanelli (Cgil): "Meccanismo graduatorie da rivedere, troppi insoddisfatti"

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La scuola è ricominciata da 48 ore. Ma i problemi di organico continuano a farsi la tana nelle classi della nostra provincia. A cominciare da quelli legati al personale docente con incarichi a tempo determinato. Al 5 settembre erano infatti ben 933 gli incarichi assegnati dall’ufficio scolastico provinciale. Ma già il 12 settembre si è reso necessario un secondo turno di nomine per 102 insegnanti. E, ieri, al secondo giorno di scuola è arrivato il terzo turno per altre 28 nomine.

Cosa significa? Che delle 933 cattedre ben 130 sono state rifiutate da altrettanti insegnanti e che, in tutta la provincia al suono della prima campanella, c’erano 28 docenti in scuole di ogni ordine e grado in meno rispetto al fabbisogno. Si tratta soprattutto di rinunce avvenute per la lontananza dell’incarico. Scosse di assestamento iniziale che, però, dovrebbero risolversi. "Ma a queste mancanze – spiega Anna Cassanelli, segretaria provinciale della Cgil Flc – si devono aggiungere quelle del personale in maternità o le assenze ordinarie. Credo che nelle scuole della provincia attualmente, manchi circa il 3 per cento del personale docente. Non si tratta di un numero alto, ma può creare comunque difficoltà nella ripartenza". Ma il punto per la Cgil è il meccanismo con il quale si viene attinti dalle graduatorie.

"L’imperfezione maggiore del sistema – spiega – e che quando le cattedre ’tornano indietro’ perché qualcuno le rifiuta, a venire selezionate non sono le persone che si trovano in posizioni più alte in graduatoria e che magari hanno rifiutato un incarico, ma quelle che si trovano immediatamente sotto all’ultima persona non nominata".

In pratica il meccanismo a scorrimento non offre una seconda chance a chi, pur con un punteggio alto, ha dovuto dire di no per motivi di lontananza. "Questo crea molta frustrazione e insoddisfazione fra i docenti. In media su 100 insegnanti, almeno 10 lamentano gli effetti di questo meccanismo sul quale si può agire solo a livello nazionale". La soluzione al problema: dire addio al sistema di nomine telematico. "Servirebbe un ritorno al metodo in presenza che consente alle persone di scegliere in diretta e confrontarsi". L’altra nota dolente è quella del personale Ata. L’organico Covid, quei 55mila contratti temporanei in tutta Italia, grazie ai quali le scuole hanno fronteggiato la fase più acuta dell’emergenza, non sono stati confermati. Per la provincia di Siena il tutto si traduce in un’emorragia di 186 collaboratori scolastici in meno rispetto all’anno scorso. Proprio oggi (ieri ndr) sotto la sede dell’ufficio scolastico regionale la Cgil regionale insieme a Cisl e Uil ha dato via a una manifestazione per chiedere un’iniezione di personale Ata. Ma l’obiettivo per Siena è ancora lontano. "Degli almeno 80 richiesti per far fronte alle esigenze delle scuole – conclude Cassanelli – ne sono stati attivati solo 5".

cla.cap