"Rincari benzina, i gestori non speculano"

L’ex presidente nazionale Faib: "Polemiche strumentali, l’aumento di 30 cent è legato alle accise. E i prezzi li decidono le compagnie"

"Una polemica strumentale, che nasconde sotto al tappeto come situazioni simili si verifichino da anni e la responsabilità è nella stragrande maggioranza dei casi delle compagnie petrolifere". Sono le parole di Martino Landi, ex presidente nazionale Faib e consulente locale Confesercenti, a riguardo della polemica scoppiata negli ultimi giorni con la decisione della Guardia di Finanza di controllare a tappeto le stazioni di servizio dopo l’impennata dei costi. Una decisione che mira a stanare i gestori ‘furbetti’, ma che, come racconta Landi, allontana dalle vere responsabilità di aumenti pronosticabili.

"Anche a Siena sta succedendo quello che succede in tutta Italia – continua -, l’aumento delle accise ha nuovamente innescato la polemica sul caro carburante. Il grido di allarme dei consumatori è comprensibile, ma sono anni che di fronte ad aumenti delle accise, che comunque ormai in Italia siamo abituati a pagare, si urla alla speculazione di chi lavora nel settore. La matematica però ci dice che rispetto ad un mese fa, con l’ulteriore aumento del 15% più Iva nelle accise il costo della benzina deve aumentare di 30 centesimi, e i dati rilevati dall’osservatorio prezzi sono in linea con questa cifra".

La speculazione esiste da anni, eppure, racconta Landi, "ce ne accorgiamo solo oggi, da anni in alcune stazioni si trovano prezzi anche simili alle cifre di oggi. Il prezzo del carburante scende di più con la diminuzione del costo del greggio, ma allo stesso modo sale velocissimamente. I prezzi esosi di cui stiamo parlando si riferiscono quasi ovunque al servito, sul quale le compagnie petrolifere si sono arricchite: il gestore è costretto a fare un certo prezzo seguendo le imposizioni della compagnia, e il costo del servizio è a carico dal gestore, che ci guadagna esattamente la stessa cifra". Eppure c’è chi è stato effettivamente sanzionato, ma anche qui Landi dipinge uno scenario complesso. "Ben vengano i controlli, che annullano l’illegalità, ma la situazione è ben diversa da quella che viene raccontata: la gran parte delle sanzioni comminate non riguardano speculazioni dei gestori, ma ritardi nell’obbligo di comunicazione del prezzo all’osservatorio in caso di cambiamenti. Che spesso vengono fatti da remoto direttamente dalle compagnie, anche in orari improbabili, lasciando il gestore in balia di multe sì giuste, ma non dipendenti da sue responsabilità dirette".

Andrea Talanti