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Il racconto di un precario. Vigni: "A quasi 51 anni solo 11 ore al ’Caselli’. La mia storia travagliata"

Era ad un passo da avere la cattedra ma una causa bloccò tutto

Era ad un passo da avere la cattedra ma una causa bloccò tutto

Era ad un passo da avere la cattedra ma una causa bloccò tutto

"Sì, chiamami pure precario storico. Sono entrato come educatore al ’Bandini’ l’8 febbraio 2007 e, in qualità di insegnante, nello stesso istituto, l’anno scolastico 2012-2013. Da allora sono sempre salito in cattedra pur non riuscendo a passare di ruolo. La mia età? Tra un mese 51 anni", sintetizza in poche frasi la sua storia professionale Giacomo Vigni. Senese, docente di filosofia e scienze umane, da lungo tempo è al ’Caselli’ dove insegna psicologia. "Molti colleghi più giovani pensano che sia di ruolo perché sono sempre lì – sottolinea –, restano male quando sanno che non è così. Sembra loro impossibile. Una cosa invece è certa: ho sempre lavorato, e lo farò in futuro, come se lo fossi. I ragazzi per me hanno la priorità su tutto. La stabilità o meno del docente non dipende da loro per cui faccio la mia parte a prescindere dalla situazione di precariato che continuo a vivere".

Per la cronaca, quest’anno ancora al ’Caselli’?

"Secondo in graduatoria ma nessuna cattedra per me, a causa dei complessi meccanismi della scuola, anche difficili da spiegare. Pensare che, grazie alla Flc Cgil, che prese a cuore il mio caso, l’abilitazione all’estero alla fine mi era stata riconosciuta. Il titolo è equipollente a quello italiano. Quest’anno, per tornare alla sua domanda, ho comunque ottenuto l’insegnamento, non 18 ore ma 11. Invece di migliorare...".

Professor Vigni, eppure è stato ad un passo da entrare in via definitiva.

"Sono andato in Romania, ma era possibile farlo anche in Spagna, a studiare per due anni non per prendere una scorciatoia ma solo perché rappresentava l’unica strada per essere stabilizzato in quel momento storico in cui le assunzioni furono bloccate. L’Unione europea lo permetteva all’epoca e lo consente tutt’oggi. Questa era una strada per entrare, l’altra il concorso".

Invece la beffa.

"Nel 2021, quando ero ormai certo di entrare di ruolo, la mail non arrivò. Ci fu una causa di altri precari, alcuni amici, che bloccò tutto e non entrai più. Rimasi malissimo, ero primo. Pensare che avevo condotto una battaglia per tutti i precari, andando a Roma, a parlare con sindaco e provveditorato".

Vigni non si è arreso.

"Certo che no. Sto svolgendo un corso per farmi riconoscere il titolo sul sostegno, dovrò dare l’esame finale. In pratica lo faccio per la seconda volta ma va bene così. Sono ’nato’ nel sostegno, non è certo un ripiego. Se lo supero a 52 anni dovrei farcela ma visto quanto accaduto finora meglio essere prudenti. Alla mia età comincio ad avvertire un po’ di stanchezza".

I ragazzi però la adorano.

"Se non avessi avuto il riscontro eccezionale da parte loro delle famiglie mi sarei arreso forse già 5 anni fa, quando ci fu la causa. Avvertono che ci tengo e mi danno tantissimo. Severo? Molto, sul rispetto delle regole e sul fatto che devono studiare. I miei ragazzi sono dell’indirizzo socio-sanitario, devono occuparsi della cura della persona".

Laura Valdesi