L'infettivologo: "Ricoverato con il virus, ma sono guarito"

Mario Toti, infettivologo di fama ed ex dirigente del Drago, per cinque giorni in cura all’ospedale di Grosseto

Mario Toti

Mario Toti

Siena, 5 novembre 2020 - "Paura? No, sono sempre stato bene. Non ho altre patologie. Però tengo a dire che mi sembra stupido affermare, come fanno alcuni, che il coronavirus non esiste. Che si tratta di un’invenzione. E’ fondamentale osservare quelle 4-5 regole che ormai conosciamo tutti a memoria, senza fasciarsi la testa. Insomma, il negazionismo è un’idiozia ma non chiedetemi cosa penso del lockdown!".

Battuta pronta e spirito brillante, Mario Toti. Uno dei massimi esperti italiani di malattie infettive e tropicali tanto da aver presieduto anche la Simet. Oltre ovviamente, a Siena non è secondario, che capitano plurivittorioso del Drago e dirigente di Contrada molto amato. Parla con cognizione di causa del Covid 19 perché l’ha sperimentato sulla propria pelle. Da qualche giorno infatti è stato dimesso dall’ospedale Misericordia di Grosseto dove era ricoverato. 

Toti, come ha contratto il virus? «Dico la verità, sono sempre stato molto attento anche se continuo l’attività libero professionale. Non so come l’ho preso ma la cosa che mi rende particolarmente felice è che non l’ho trasmesso ad alcuno. Ho effettuato un tampone il 23 ottobre e tutte le persone con le quali sono entrato in contatto risultano negative».  E’ stato ricoverato al ‘Misericordia’ di Grosseto. «Sono rimasto nel reparto di malattie infettive cinque giorni. Solo perché volevamo essere certi che non fosse insorta la polmonite, una cautela anche per i miei cari. Quello è il ’mio’ ospedale, al di là della situazione contingente. Ci ho lavorato per venti anni, ho aperto io il reparto stesso, sono stato direttore sanitario. I grossetano mi vogliono un bene dell’anima e io li ricambio».  Ha compiuto 76 anni: cosa pensa dell’idea di limitare le uscite degli over 70 a causa della pandemia? «Al solo pensiero mi arrabbio. Anche perché continuo a lavorare come libero professionista e vorrei proseguire».  Durante il ricovero ha ricevuto messaggi particolari? «(Ride, ndr) Ce n’è stato uno speciale, non lo nego. A scriverlo Fabio Miraldi, a cui mi lega un grande affetto. E’ stato mangino vittorioso con me e poi da condottiero ha portato il Drappellone in Camporegio. Mi ha scritto ‘capitani del Drago 2-Covid 0’. Sì, perché anche lui, però a marzo, lo aveva contratto uscendone senza alcuna conseguenza». Cosa si sente di dire ai cittadini e agli operatori sanitari che sono in questa fase in grande affanno? «Che occorre smettere di considerarli degli eroi: vanno soltanto rispettati e, magari, pagati per quello che meritano. Quanto ai cittadini dovrebbero compiere un esame di coscienza perché tutti durante l’estate, io compreso, ci siamo fidati troppo nonostante gli esperti avessero ripetuto che ci sarebbe stata ad ottobre la riavuta».  Pericolo superato: ora cosa succede? «Tiro un sospiro di sollievo sebbene non abbia accusato mai problemi particolari, la saturazione era perfetta. Anche se il contagio certo non fa piacere. Ora aspetto solo di fare quanto prima un tampone che risulti negativo. E poi di nuovo fuori»