Reddito addio, c’è la Mia Lo Stato stringe i rubinetti Assegni a 2.700 senesi ‘Occupabili’ a rischio tagli

I nuovi requisiti potrebbero ridurre il contributo di centinaia di percettori. Solo nell’ultimo mese Roma ha versato per la provincia 784mila euro .

Reddito addio, c’è la Mia  Lo Stato stringe i rubinetti  Assegni a 2.700 senesi  ‘Occupabili’ a rischio tagli

Reddito addio, c’è la Mia Lo Stato stringe i rubinetti Assegni a 2.700 senesi ‘Occupabili’ a rischio tagli

La nebbia si diraderà a fine marzo quando il testo definitivo che ne mette nero su bianco l’ossatura della nuova misura del governo Meloni dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri. Ma intanto le anticipazioni sulla ’Mia’, abbreviazione di misura di integrazione attiva, fanno drizzare le orecchie ad almeno 2.700 persone in tutta la nostra provincia, in pratica 1.800 famiglie. Le stesse che nel 2019 erano ben 4.044, e che solo a gennaio hanno chiesto e ottenuto reddito o pensione di cittadinanza. Due misure che proprio la ’Mia’ si propone di mandare definitivamente in pensione a partire dal 1 settembre.

Non senza tagliare gli assegni di sostegno che, secondo il database dell’Inps, nel Senese a gennaio si sono aggirati su una media di 436 euro a nucleo familiare. Una delle cifre più basse a livello toscano dove la media si attesta sui 479 euro. Questa cifra comunque, per alcuni, rischia di restare un pallido ricordo dopo l’introduzione della nuova misura allo studio del Governo.

In base a quanto emerso finora la Mia sarà indirizzata a due tipologie di platee: le famiglie con almeno una persona ’occupabile’, in grado cioè di lavorare e con un età compresa fra i 18 e i 60 anni e quelle senza persone ’occupabili’, cioè con minori, anziani o persone con disabilità. Per richiedere la misura sarà necessario un Isee per nucleo familiari pari o inferiore a 7.200 euro, cifra inferiore al tetto massimo previsto dal reddito di cittadinanza con 9.360 euro. Nella forbice fra i due Isee potrebbero restare tagliate circa 300 famiglie in tutta la provincia. Tolte le quali, per chi resta, il contributo, stando all’incasso medio mensile degli assegni del reddito di cittadinanza (5.232 euro l’anno), non dovrebbe abbassarsi più di tanto. Il tetto massimo della Mia erogabile infatti è previsto poco più sopra con 6mila euro l’anno.

A fare la differenza invece sarà l’appartenenza a una delle due platee di beneficiari: senza categorie deboli in famiglia e con almeno un occupabile il tetto scenderà a 4.500 euro l’anno mentre sarà estendibile dai 6mila ai 13.200 euro in caso di categorie come minori, anziani, persone con disabilità. Nel caso di un single occupabile invece in media potrebbe arrivare un assegnino di 375 euro per 12 mesi (pari a una riduzione di circa il 25% rispetto ad oggi) mentre per chi non può lavorare si sale a 500 estendibili a 18 mesi (contro i 780 euro del reddito di cittadinanza). Nella bozza si spiega infatti che "in caso di partecipazione a percorsi di politica attiva del lavoro che prevedano indennità o benefici, o di accettazione di offerte di lavoro, la compatibilità con il beneficio previsto è riconosciuta entro il limite annuo di 3mila euro lordi".

La certezza è il rubinetto dello Stato che soltanto a gennaio ha versato oltre 784mila euro nella bocca di Siena, subirà una stretta. La nostra provincia non è stata fra le più assetate di reddito di cittadinanza, almeno in Toscana: si piazza infatti agli ultimi posti per contributi ricevuti: nel 2019 il gettito degli assegni è stato di circa 1 milione e 763mila euro al mese, sceso poi l’anno dopo a 1 milione e 216mila euro al mese per arrivare a un milione del 2022.