E se l’ottimo stato di conservazione dei bronzi di San Casciano fosse collegato al rito del Fulgur Conditum?
Il rito del Fulgur Conditum, detto anche fulmine nascosto, era una tradizione etrusca, appartenente all’Ars Fulguratoria, secondo la quale il fatto che un luogo sacro venisse colpito da un fulmine, era un segno di ostilità da parte degli Dei; per questo tutto quello che era al suo interno, doveva essere sepolto. Nell’ultima campagna dello scavo del sito archeologico del Bagno Grande è stato ritrovato un fulmine in bronzo e una freccia in selce; questo ritrovamento è stato molto significativo tanto da portare gli archeologi ad ipotizzare un collegamento con il rito etrusco del fulmine nascosto. Infatti, i 24 bronzi rinvenuti all’interno della vasca sacra del santuario del Bagno Grande sono stati restituiti dal fango in condizioni incredibilmente buone. Si pensa che circa 2000 anni fa, un fulmine abbia colpito il santuario e quindi il popolo etrusco dovette seppellire tutte le statue all’interno di questa vasca, che conteneva acqua termale curativa; queste furono poste intorno ad un tronco d’albero, che aveva un valore sacro. Probabilmente vennero utilizzate le tegole del santuario per poter sigillare il tutto. Chissà se i sacerdoti abbiano interpretato la caduta di un fulmine in questo luogo sacro come un segnale divino? La cosa certa è che il fango ha custodito per quasi due millenni e poi riconsegnato alla comunità di San Casciano e al mondo intero un patrimonio artistico che è stato definito come il ritrovamento più importante dalla scoperta dei Bronzi di Riace.