"Pronto a vincere la sfida per amministrare Siena con competenza e stile"

di Cristina Belvedere

"Pensare globale e agire locale". E’ la filosofia alla base del programma del candidato sindaco civico Massimo Castagnini, sostenuto anche da Italia Viva.

Come nasce la sua candidatura?

"E’ stato tutto all’improvviso, quando il sindaco uscente Luigi De Mossi ha fatto un passo di lato e mi ha chiesto di portare a termine i progetti e i cantieri attivati negli ultimi cinque anni".

Con quale stato d’animo ha accettato?

"Con lo stato d’animo che ho quando vado incontro a una sfida, cioè positivo. Perché so di essere all’altezza per affrontarla e vincerla".

Si descriva con tre aggettivi.

"Competente, disponibile e corretto".

Pensavo che nella lista avrebbe inserito anche la parola ’risolutore’.

"Nooo!! (risata). Mi sa tanto di fiction americana, dove il risolutore è quello che ammazza... ". (altra risata)

Può chiarire i suoi rapporti con il ’ricciarello magico’?

"Tutti hanno i loro ’ricciarelli’, definizione del caporedattore de ’La Nazione’ Pino Di Blasio. E qualcuno ha anche i ’panforti’. Di Blasio dovrebbe però dare una definizione a tutti. Per par condicio. Per quanto mi riguarda, parliamo di un gruppo di persone che ha lavorato, anche bene, per la città in questi anni. Io sono e resto Massimo Castagnini e farò il mio percorso".

Come riesce a gestire alleati che hanno non solo un peso politico, ma anche personalità ingombranti?

"L’esperienza professionale mi aiuta. Sono stato per anni in giro per l’Italia a curare la riorganizzazione delle filiali Mps. Ho partecipato a tavoli con 35 sindacalisti, anche in lotta tra loro, e come capo del personale ho gestito qualcosa come 5mila dipendenti. Secondo lei ho problemi a gestire i miei alleati? Parliamo poi di persone intelligenti, tra cui si trova sempre un accordo".

Punti di debolezza?

"Sono riservato. Mi spingono ad avere un’immagine pubblica, ma per natura sono abituato a raccontare le cose quando sono già fatte. La prova? Non sono sui social e non rispondo alle provocazioni. Vado dritto per la mia strada".

Si è affidato a qualcuno per curare l’immagine da candidato sindaco?

"In verità la moda mi è sempre piaciuta. Come capitano dell’Onda dal 1995 al 1998 si può dire che ho fatto tendenza, infatti mi chiedevano chi fosse il mio stilista. Sono stato il primo a Siena a vestire Valentino, Versace e Byblos. Insomma, ho sempre curato eleganza e stile".

Cosa serve per amministrare Siena?

"La competenza acquisita con la mia professione, la capacità di gestire i progetti dall’inizio alla fine e la squadra che ci lavora, valorizzando le persone. Serve capacità di decisione, ascolto, regìa e attenzione al linguaggio, soprattutto a quello non verbale".

Ultima domanda: è più facile amministrare Siena o vincere un Palio?

"Amministrare Siena, perché serve capacità. Per vincere il Palio invece serve fortuna".