
Profondo blu, il Nicchio si rinnova Battesimo delle monture del giro tra eleganza, storia e memoria
di Massimo Biliorsi
Se fosse un film ovviamente a lieto fine, lo potremmo intitolare ’Ritorno al blu’: ecco presentato al popolo di via dei Pispini, con il priore Davide Losi, ma a tutta la città, le oltre cento monture che fanno parte del rinnovo dei costumi del giro della Festa titolare della Nobile Contrada del Nicchio. "Tre anni di lavoro per due commissioni – dice Alessandro Becatti, economo, che ha coordinato la commissione economato – seguendo l’idea guida di realizzare costumi eleganti, suggestivi, ma anche pratici per vestibilità e manutenzione". Visto questo ritorno al blu, ma anche alla nicchia che spicca nel petto di ogni figurante, aggiungerei la parola evocazione, di tante storie precedenti, quindi anche di persone e storie nicchiaiole.
"Nel proseguire il sodalizio con il setificio Cordani – prosegue Becatti –, grande tradizione i tessuti a Zoagli, nell’affaccio del golfo di Portofino, abbiamo ricercare nel velluto di cotone di valorizzare al massimo il nostro blu, abbinando il ritorno dello stemma, per proseguire in una nuova interpretazione del nostro sfilare per la Festa, in un lavoro che ha visto all’opera Benedetta Landi e Marta Fattorini, vice presidenti della commissione patrimonio storico, con il docente Michele Occhioni, la sarta Cecilia Bonomo. Previsto anche un trittico di rappresentanza leggermente diversi, un tamburino e due alfieri, e un paggio maggiore. Qui c’è stato un ulteriore tocco di eleganza con l’elemento di un filo d’oro che offre un’originale luminosità".
Riccardo Manganelli, che dirige la commissione patrimonio storico, spiega: "Il periodo di riferimento è il Quattrocento, il blu è stato interpretato con il damascato, con elementi di raffinata melagrana fiorita, che non hanno solo un significato storico ma anche di memoria. È un passaggio molto netto in confronto alle precedenti del 2007, la giornea è volutamente più nobile, più vicina per riferimenti alla compagnia militare. Il ritorno del cappello a punta fa parte proprio del bagaglio emozionale di qualche generazione passata, fino al senso araldico del marzocco".
Un lavoro compiuto con una sensibilità propria delle Contrade, ma di cui facciamo bene a stupirci ogni volta. L’eleganza non è farsi notare ma farsi ricordare: il popolo del Nicchio attraverserà il tempo e le strade di Siena con questo blu che guarda a un mirabile equilibrio fra emozioni, tradizione e sorpresa.