
Festa dell'olio a Marone
Siena, 1 dicembre 2019 - Annata difficile per l’olio in Toscana, dove secondo i dati Ismea, la produzione si attesta al -32,5% rispetto all’anno scorso. Christian Sbardella, responsabile comunicazione e marketing del Consorzio tutela olio extravergine Toscana Igp, spiega: «Le cause? Una primavera che ha ritardato la fioritura a cui non è seguita la fase di allegagione, ovvero dal fiore non si è passati in molti casi al frutto, oltre a un autunno piovoso con temperature più alte della media. Inoltre la produzione dell’olivo è soggetta alla naturale alternanza e quest’anno siamo nell’annata di scarica. La produzione totale dell’annata 2018 in Toscana è stata di circa 150mila quintali, di cui 30mila certificati Igp. Per la raccolta 2019 si stima un calo di produzione variabile da zona a zona fino al 40% perché in alcune zone il clima è stato più inclemente».
Ciò nonostante venerdì sera all’Hotel Continental sono state valorizzate le eccellenze, alla presenza del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, candidato del centrosinistra alla guida della Regione Toscana, durante la cerimonia di consegna dei premi ‘Oil Best Città dell’Olio 2019’. Per la prima volta è stata consegnata l’onorificenza di iscrizione nell’Albo d’Onore delle Città dell’Olio, riservato a persone che si siano distinte nell’ambito delle discipline culturali, economiche, giuridiche, finanziarie e che abbiano dato un particolare sostegno e contributo all’Associazione.
L’onore del primo riconoscimento è andato a Pier Luigi Petrillo, docente di Diritto comparato e Diritto comparato del patrimonio culturale all’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza; membro della Commissione nazionale per l’Unesco nonché unico e primo italiano membro dell’organo di valutazione del Comitato intergovernativo della Convenzione Unesco per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (2019-2022). Premiati anche il Frantoio Decimi di Bettona (Pg); l’Azienda agricola Brioleum di Arco (Tn); il Frantoio Cutrera srl di Chiaramonte Gulfi (Rg); il Frantoio Batta di Perugia; l’Azienda Agricola Marfuga di Campello sul Clitunno (Pg); l’Azienda Trappeto di caprafico (Chieti); l’Azienda Masoni Becciu di Villacidro (Vs).
Intanto si è concluso ieri con una sessione plenaria che ha riunito i protagonisti dei sei tavoli tematici di lavoro, il workshop Agenda 2030 delle Città dell’Olio. Il Santa Maria della Scala per due giorni ha ospitato sei panel, coordinati dai massimi esperti e nell’ultimo atto, ciascuna proposta formulata nelle singole sessioni è stata valutata e convogliata nel documento unico che detterà le linee guida dell’Agenda 2030 delle Città dell’Olio.
Un evento che , per l’importanza dei temi trattati e l’autorità dei suoi relatori ha trovato sponda anche nel Governo con Giuseppe L’Abbate, sottosegretario del ministero delle Politiche Agricole, e la collega del ministero per i Beni culturali Lorenza Bonaccorsi, che hanno esortato ad «avere il coraggio di fare una scelta rispetto a un nuovo modello di sviluppo»: «Ogni brand territoriale preso singolarmente è forte, ma lo è ancora di più un brand Paese, per questo è importante andare tutti nella stessa direzione». Soddisfatto Enrico Lupi, presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio: «L’evento non ha disatteso le aspettative di coesione e concretezza. La competenza e la professionalità che ha caratterizzato ciascuna sessione sono state egregiamente sintetizzate nelle proposte presentate in sessione plenaria. Crederci e mettere ciascuno a disposizione le proprie conoscenze sono gli strumenti che ci aiuteranno a realizzarle». Oggi il gran finale con l’Assemblea nazionale Città dell’Olio. © RIPRODUZIONE RISERVATA