
Sopra Michela Rossi,. in alto il presidente dell’Ordine, il procuratore e il presidente del tribunale
di Laura ValdesiSIENA
"Dopo un colloquio con il presidente del tribunale Fabio Frangini, insieme al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Siena, come Camera penale ci auguriamo che la sezione penale adotti delle indicazioni comuni per permettere agli avvocati di lavorare in serenità. E, soprattutto, auspichiamo che il sistema venga migliorato per permettere la digitalizzazione del fascicolo processuale ma senza che questo comprometta i diritti dei nostri assistiti. Soprattutto che non finisca per trasformare l’intero processo e non soltanto il fascicolo in processo telematico". L’avvocato Michela Rossi, presidente della Camera penale, lancia dunque un segnale di massima collaborazione con gli uffici di palazzo di giustizia pur sottolineando i disagi che le toghe hanno incontrato anche nella nostra provincia per via delle novità scattate dal primo gennaio scorso. Quando è diventato obbligatorio per magistrati e cancellieri, come per le toghe, depositare atti, documenti, richieste e memorie in procura, in tribunale e nella sezione del giudice delle indagini preliminari in modalità telematica. Una rivoluzione di cui, con la ripresa dell’attività questa settimana anche se a scartamento ridotto, si sono percepiti subito i disagi. L’Unione delle Camere penali italiane ha già scritto al ministro della giustizia Carlo Nordio, il presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) Giuseppe Santalucia ha parlato di "emergenza del processo penale telematico costruito senza la necessaria sperimentazione" che sta mettendo in ginocchio gli uffici giudiziari penali.
"Anche nel tribunale di Siena abbiamo dovuto fare i conti con questa importante novità – osserva la presidente Michela Rossi –, soprattutto ci siamo trovati ad affrontare dubbi e perplessità causate dall’entrata in vigore, senza alcuna proroga, come molti auspicavano, dell’obbligatorietà del deposito telematico degli atti nel processo penale".
Il bilancio dei primi giorni di utilizzo della ’famigerata’ App.02? "Nel nostro tribunale in linea con quello nazionale. In particolare il primo giorno l’app era completamente bloccata e ha costretto tutti gli operatori a prenderne atto. E a ritornare al vecchio sistema cartaceo. Nei giorni seguenti di udienza i disagi – spiega Rossi – ci sono stati ma, grazie anche alla collaborazione tra magistrati e avvocati siamo riusciti con molto buon senso a sopravvivere alla novità. Lo stesso presidente del tribunale Frangini ha emanato subito un provvedimento che perlomeno fino al 31 marzo permette l’uso del cosiddetto ’doppio binario’, ossia il deposito di documenti sia in formato analogico (cartaceo, ndr) che digitale". Le toghe l’avevano detto che occorreva formazione per usare la nuova piattaforma senza che intralci tecnici o umani pongano a rischio le attività difensive. I rebus? Un esempio. La costituzione di parte civile va depositata solo in formato digitale anche in udienza : con quale modalità viene acquisita dal giudice?
"Ma i problemi, per gli avvocati come per la procura, si pongono anche semplicemente per la necessità di produrre i documenti di udienza. Ci siamo ritrovati a chiedere - sottolinea ancora la presidente Rossi – dove e soprattutto quando depositare tali atti per poi usarli in aula. Perché, si badi bene, l’app.02 di cui tanto si discute e che dovrà contenere il fascicolo telematico, non permette alcun accesso agli avvocati. Che dovranno continuare ad eseguire i propri depositi mediante il portale degli atti penali e sperare che questo funzioni. E soprattutto dialoghi con la nuova app, permettendo la traslazione in essa di memorie e istanze. Non si può far dipendere l’esercizio dei diritti dei cittadini – conclude la presidente Rossi – da una procedura telematica incerta".