Presunto guru in aula. Ricostruite le violenze. La prossima udienza parla il prete anti setta

Si è celebrato a porte chiuse il processo al 49enne poliziano accusato di maltrattamenti e abusi. Sette le parti civili costituite. Il 28 febbraio testimonia anche don Aldo Bonaiuto dopo gli investigatori. .

di Laura Valdesi

"C’era stata una richiesta di procedere a porte chiuse", dice il presidente del collegio Fabio Frangini. Allora sul processo per presunte violenze sessuali, maltrattamenti, esercizio abusivo della professione di psicologo e psicoterapeuta nei confronti di un poliziano di 49 anni, cala il silenzio. E sarà così fino alla sentenza su una delle vicende più delicate e scabrose affrontate negli ultimi anni in tribunale a Siena. Che vede al centro l’uomo, una sorta di guru per la procura. Che anche attraverso i corsi svolti insieme alla ormai ex compagna (è stata condannata a due anni con rito abbreviato per maltrattamenti in famiglia ed esercizio abusivo della professione di psicologo nell’ottobre 2022) era assurto al ruolo di guida spirituale.

Paolini ieri è rimasto in aula per tutte e quattro le ore dell’udienza condotta dal presidente Frangini. In avvio il pm Silvia Benetti ha prodotto le trascrizioni delle intercettazioni depositate. L’avvocato Michele Vaira, che insieme al collega Luigi Paganelli difende il presunto guru, ha annunciato che durante il dibattimento chiederà di confrontare le testimonianze con alcuni passaggi filmati. "Il tribunale si riserva di volta in volta", taglia corto Frangini. Cinque testimoni che dovevano deporre ieri sono assenti giustificati. Ne vengono sentiti quattro. L’udienza, nel corso della quale il botta e risposta fra accusa e difesa al di là delle porte chiuse appare sostenuto, termina alle 14 passate. "Man mano che riusciremo a fornire il resto dei dati che non sono stati inseriti a nostro giudizio nelle indagini – si limita a commentare uscendo l’avvocato Paganelli – verosimilmente la storia, per quello che è, racconterà una vicenda dove di reati non ce ne sono. Questa è l’idea". Si riprende il 28 febbraio (già calendarizzate però altre quattro udienze) ascoltando un paio di testimoni, fra i quali anche don Aldo Bonaiuto. Il sacerdote è l’animatore del servizio anti sette dell’Associazione ’Papa Giovanni XXIII’ che ha un proprio numero verde nazionale. E che aiuta le presunte vittime di organizzazioni settarie che si basano su riti e manipolazioni mentali, collaborando in particolare con la polizia.

Un processo, sembra di capire, che sviscererà l’attività dell’associazione ’Nautilus Xenolid’ che aveva sede nel comune di Montepulciano, unitamente al ruolo svolto al suo interno dall’uomo che la procura ritiene essere l’organizzatore. Saranno approfondite anche le vicende delle persone offese (7 quelle costituite parte civile attraverso lo studio legale Gonzi rappresentato ieri dall’avvocato Rossana Giulianelli, poi mediante gli avvocati Mauro Cesaroni ed Eleonora Meioli), in alcuni casi vulnerabili per via di storie familiari dolorose o segnate da malattie dei propri cari. Gli adepti, così vengono definiti dagli investigatori, venivano maltrattati. Offesi e umiliati. Costretti a spogliarsi e a scambiarsi, in alcuni casi, effusioni a vicenda e ad avere rapporti sessuali con il presunto guru. Altrimenti scattavano anche delle ’sanzioni’ come quella di doversi immergere all’interno delle acque gelide di un lago. C’erano poi amuleti e gel magici che venivano venduti dall’associazione con sede a Montepulciano.