
Siena, 5 settembre 2023 – Il professor Antonio Barretta, direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria senese, cita quattro parole chiave per riassumere il suo programma di gestione del Policlinico delle Scotte: organizzazione aziendale, relazioni tra professionisti, investimenti infrastrutturali e ospedale più a misura di paziente. Liquida con un’alzata di spalle la nuova classifica di Newsweek sugli ospedali italiani, che mette al primo posto il Policlinico Gemelli di Roma, al secondo il Niguarda, al terzo il San Raffaele, relegando il Policlinico Le Scotte al 68° posto (un miglioramento rispetto all’85° dell’anno scorso).
«Fino a quando non riveleranno i parametri di quelle classifiche - si limita a dire Barretta - mi attengo alle graduatorie nazionali che indicano il Policlinico come il miglior ospedale tra quelli con meno di 700 posti letto, e tra i migliori 9 di tutta Italia».
E’ un momento particolare per la sanità toscana e senese. Da una parte la Regione chiede più soldi al Governo, chiedendo di incrementare il fondo sanitario nazionale. Dall’altra i direttori generali delle aziende senesi, Barretta e D’Urso, rientrano negli elenchi di chi punta a incarichi aziendali di prestigio.
Direttore Antonio Barretta, la sanità toscana è in fibrillazione, tra bilanci da risanare e nomine da fare. Il suo nome circola anche per l’Asl centro.
"Non sono in corsa per nessun incarico. Il mio mandato da direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria senese scade il 31 dicembre. Sto lavorando per realizzare i progetti ma sta alla Regione decidere".
Perché Siena e la Toscana sud, considerando gli ottimi giudizi sul direttore dell’Asl Antonio D’Urso, è in vetrina?
"Stanno accadendo delle cose che focalizzano l’attenzione del governo regionale su questa parte di Toscana. In primis i dati sulle liste d’attesa: sia al Policlinico che negli ospedali dell’Asl sud est sono i migliori. Poi c’è un accordo di Area vasta siglato, più che significativo".
Perché è importante?
"Perché, nonostante le titubanze iniziali, i nostri professionisti della Chirurgia pediatrica operano i bambini negli ospedali vicino casa, invece di farli venire a Siena. C’è la Chirurgia robotica che fa lo stesso".

Potrei farle nomi di professionisti, tenuti lontano dal Policlinico, per difese di posizione e autoreferenzialità. Pensa che sia un limite per le Scotte?
"L’autoreferenzialità non ha patria, laddove c’è produce danni. Aziende complesse come quelle sanitarie, vanno gestite conoscendo numeri e dati. Dove c’è qualità va salvaguardata, dove non c’è va ricercata. In ogni caso va misurata, a prescidere anche dai professionisti. Abbiamo superato situazioni di difficoltà, altre ne abbiamo, ma il quadro è dinamico. Le cose cambiano".
Automatica la domanda sul prossimo pensionamento di 5 o sei direttori alle Scotte.
"Abbiamo un accordo triennale con l’Università che riguarda i docenti da convenzionare. Non è un accordo di breve respiro, ma di programmazione a lungo termine. Ringrazio i rettori Frati e Di Pietra che hanno avuto la lungimiranza di costruirlo con noi. Perché ora possiamo rispondere a chi si preoccupa del pensionamento dei professori Rossi, Gonnelli, Capecchi e Martini, che non ci saranno problemi per le sostituzioni".
Verranno anche da fuori?
"A seconda delle procedure per la selezione, potrebbero venire anche da altre aziende. La norma nazionale stabilisce che i direttori di struttura universitari sono scelti dal direttore generale d’intesa con l’ateneo. Per le strutture ospedaliere la selezione è con concorso pubblico".
Policlinico e Asl sud est hanno i conti più in ordine di altri?
"I bilanci di tutte le aziende sanitarie soffrono per le assunzioni a tempo indeterminato fatte durante la pandemia Covid. Ora che l’emergenza è passata, potremmo rientrare nei numeri. Ma c’è anche il peso della bolletta energetica che mina i conti".
Quali sono le cifre salienti del suo bilancio?
"Il totale delle attività si avvicina a quota 300 milioni di euro, 120-130 milioni sono di costi del personale. Abbiamo quasi 3mila dipendenti, siamo tra le prime cinque aziende della provincia. Tra i 3mila dipendenti ci sono 120 universitari convenzionati, oltre 500 dirigenti medici, un migliaio di infermieri e 500 operatori sanitari. Dovremo rientrare nei costi del personale".
Se dicessi che le mancano oltre 30 milioni direi una bugia?
"Non saprei rispondere, dipende dalle assegnazioni della Regione. Gli obiettivi che ci sono stati dati di contenimento della spesa sono raggiungibili".
Cosa farà da qui alla scadenza del mandato? E quali progetti hanno la priorità in caso di altri tre anni?
"Ci sono 3 o 4 parole chiave che fanno da bussola. La prima è lavorare sull’organizzazione dell’azienda, darsi delle regole di funzionamento. Ce ne siamo date tante, dalla gestione delle sale operatorie alle attività ambulatoriali, stanno producendo risultati. La programmazione triennale con l’Università, i percorsi studiati per le sostituzioni, sono un altro tassello".
Pensavo parlasse di opere...
"Ne parlo alla fine. La seconda parola chiave sono le relazioni tra professionisti, che possono essere codificate e reggersi su accordi con le altre aziende come Careggi e Pisa sul trapianto di polmone. Parlo di relazioni sia esterne che interne, è cruciale che i professionisti in rete si prendano carico del paziente".
Parliamo di investimenti?
"Intanto sono contento che ci sia il masterplan che farà da guida per tutte le opere. Bisognava avere una visione di insieme, un progetto complessivo che abbiamo discusso insieme a tutti. Il 29 settembre illustreremo il masterplan a tutta la città, nell’aula magna delle Scotte".
Dia numeri e priorità del piano
"Per sistemare tutto il Policlinico servirebbero circa 300 milioni. Non tutti subito, in base all’ordine dei lavori investiremo le risorse realizzando gli edifici propedeutici alla ristrutturazione. Parlo dell’edificio volano, della nuova palazzina per gli ambulatori e del polo dei laboratori come allungamento del lotto 1. Altra opera cruciale, la nuova viabilità d’accesso al policlinico, che passa da viale Bracci, e il nuovo parcheggio".
Quanto costeranno le opere? E quando saranno pronte?
"Circa 120 milioni in totale. Saranno realizzate entro il 2026-2027, per rendere sempre di più il nostro ospedale a misura di paziente".
Entro il secondo mandato?
"Sì, ma un mandato da direttore può durare anche 5 anni".