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Pochi agenti. Ma il carcere pare "vivibile"

Le proteste dei detenuti nelle carceri italiane non hanno coinvolto la Casa di Reclusione di Ranza a San Gimignano, considerata "vivibile" nonostante le carenze di personale. Visite istituzionali confermano la situazione.

Pochi agenti. Ma il carcere pare "vivibile"

Le proteste dei detenuti delle carceri per le condizioni di vivibilità, pulizia, sovraffollamento e la mancanza di personale della Polizia penitenziaria, dalle celle della Toscana e di tuttqa Italia

non hanno per fortuna (ameno per il momento) minimamente sfiorato la Casa di Reclusione di Ranza a San Gimignano. Carcere aperto nell’inverno del ’91 dopo il trasferimento del vecchio e secolare San Domenico in aperta campagna dove sono reclusi circa 300 detenuti di alta sicurezza. Le ultime voci che sono uscite dal cancello di Ranza sono state chiare e soddisfacenti. Lo hanno detto a voce alta dopo l’ultima visita a Ranza degli onorevoli Laura Boldrini, ex presidente delle Camera, e del senatore e sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli.

Insomma, Ranza viene considerato un istituto di pena "vivibile" dentro le celle, anche se sul sovraffollamento, la pulizia, le attività culturali e la scuola purtroppo si registra la solita carenza di personale in organico della Penitenziaria. Oramai è storia vecchia che si trascina da sempre. O quasi. Insomma da Ranza "nessuna protesta. Un istituto vivibile. Da risolvere ancora il progetto-problema dell’acqua", le voci che passano oltre il muro di cinta del carcere di alta sicurezza. Un panorama del tutto diverso rispetto alle cronache di questi giorni che arrivano da Sollicciano, Le Sughere di Livorno e via dicendo.

Ranza si potrebbe definire un "salotto", con qualche micro cellulare di troppo, che cerca di scavalcare le maglie del metal detector, ma non quelle della penitenziaria e neppure quello dei poliziotti a quattro zampe delle Fiamme gialle in grado di annusare e scovare qualche granello di polvere bianca.

Romano Francardelli