"Più costi che entrate. Ma non parlate di perdite. La sfida dell’area vasta"

Il sud della Toscana non è immune al processo di progressivo declino della sanità pubblica italiana. E’ il timore anche del direttore generale dell’Asl Toscana sud est Antonio D’Urso, manifestato in tv a ‘Il lato positivo’ su Canale 3. "La questione di fondo, come per tutte le Asl, è che possiamo presidiare i costi, ma le risorse che ci sono date sono insufficienti – ha premesso il direttore -. Lo stato dell’azienda sanitaria è buono, se si considera l’efficienza del risultato in termini di volumi di prestazione garantite. É presto per fare previsioni sul bilancio, allo stato attuale abbiamo una perdita, ma non si può parlare di buchi. Facciamo il possibile per garantire i servizi, siamo in una condizione di sottofinanziamento". Fra le questioni affrontate il progetto del poliambulatorio in viale Sardegna, di cui si parla da 4 anni. "La richiesta di inserimento del progetto nei finanziamenti nazionali dell’articolo 20, risalente al 2019, è stata accolta adesso, come rivela l’assessore regionale Bezzini, con uno stanziamento di 10 milioni – ha spiegato D’Urso -. Nel frattempo stiamo andando avanti con varie attività di progettazione: tutto il polo di Pian d’Ovile dovrebbe andare lì, poi vorrei che ci andassero anche medici di medicina generale. Il mio incarico finisce a maggio 2026, farò di tutto per dare viale Sardegna a Siena".

Sui progetti di area vasta con Arezzo e Grosseto il dg è stato netto: "Unificazione non significa omologazione. Un’azienda così grande deve dare risposte ma anche personalizzarle ai bisogni diversi. Sono convinto del rapporto stretto con il Policlinico: l’Asl su certe linee non ha competenze. Ma cito due casi: chirurgia pediatrica e robotica. La chirurgia pediatrica si trova alle Scotte, ma i cittadini di Badia Tedalda o Pitigliano, che hanno bambini che necessitano di un intervento, non devono fare chilometri per andare alle Scotte, sono i professionisti a spostarsi. Lo scambio non è unidirezionale: la Asl sud est ha una bella storia di chirurgia robotica, ma ad oggi i professionisti sul territorio che hanno necessità di farne uso possono farlo sul posto, senza spostare il paziente".

Eleonora Rosi