Siena, 11 settembre 2024 – «Passiamo per quelli che non vogliono riaprire la piscina di piazza d’Armi invece siamo i più penalizzati di tutti: abbiamo speso denaro, c’è toccato chiudere e stiamo anche impazzendo per trovare gli spazi a tutti con un solo impianto. Una piscina in più fruibile ci avrebbe dato maggiore respiro anche perché continuiamo a pagare il mutuo per le opere eseguite in precedenza". Un fiume in piena il presidente Uisp Simone Pacciani che non ci sta a sentir dire che il Comune, se la perizia in corso darà esito positivo, imporrà alla società la riapertura. "Siamo noi i primi a volerla", rivendica ancora Pacciani.
Riavvolgiamo allora il nastro: cosa è successo a questa struttura che ormai da tempo è al centro della cronaca e non più utilizzata.
"Allora, piazza Amendola è stata chiusa quando c’era il problema del caro bollette perché non ce la facevamo a stare in piedi. Poi vennero le scosse di terremoto che tutti a Siena ricordano. A seguito di ciò fu fatto un sopralluogo degli impianti, compreso questo, che evidenziò crepe che partivano dal fondo e arrivavano fino alla cupola. Sono il rappresentante legale, il responsabile se accade qualcosa nell’impianto. Ebbi paura e contattai un ingegnere di fiducia secondo il quale non era una situazione su cui scherzare. Lo invitai a mettere tutto in una relazione che è stata depositata poi in Comune il 7 luglio 2023, se non sbaglio".
Cosa è accaduto successivamente?
"Il Comune, dopo 7-8 mesi, ha incaricato tecnici di stilare, previa verifica, una relazione al riguardo che sarebbe dovuta essere pronta a luglio, ma la situazione è risultata più complessa del previsto. E’ slittata e dovrebbe essere ultimata a fine ottobre. Dal documento si capirà se la piscina sta in piedi oppure no. Il problema è infatti che sono stati evidenziati dal nostro professionista problemi che, a suo giudizio, risultano statici".
Dunque è la Uisp che attende dal luglio 2023 di capire se può riaprire o meno l’impianto.
"Siamo danneggiati a non riaprire, lo ripeto ancora una volta. Stiamo pagando un mutuo per 400mila euro di lavori fatti in precedenza. Cambio dei filtri, delle caldaie, spogliatoi e via dicendo. Ci tengo a ribadire che noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo e stiamo aspettando che ci dicano se le cose stanno in modo diverso. E, nel caso, se si può ripartire".
Dunque la società è pronta a riprendere l’attività.
"Se la risposta del Comune, all’esito della perizia, sarà di aprire i battenti verrà effettuato quanto necessario per rimettere un funzione la piscina. Noi siamo pronti".