Philogen collabora con Google "Sta testando nuovi farmaci Biotecnopolo, il ministro scelga"

Il presidente Duccio Neri: "Abbiamo assunto 45 persone in un anno, troppi vincoli a Sovicille. Cresceremo ancora grazie ai progetti. L’hub antipandemico non sia la replica di SienaBiotech".

Presidente Duccio Neri, è vero che la Philogen collabora con Google?

"E’ una collaborazione - è la risposta del presidente Philogen - in cui abbiamo condiviso la nostra tecnologia delle librerie chimiche combinatorie a codice di DNA con i loro modelli di ’Machine Learning’. Tutti i farmaci nascono con la scoperta di molecole capaci di legare proteine bersaglio. Philogen è all’avanguardia nel settore delle DNA-Encoded Libraries che facilita enormemente la scoperta di molecole leganti. Siamo agli inizi, il fatto che un colosso come Google abbia chiesto di lavorare con noi ci rende orgogliosi".

Quali sono i progetti più avanzati di Philogen?

"Abbiamo una sperimentazione clinica di Fase III con un nuovo farmaco per il trattamento del melanoma di stadio IIIBC. È uno studio a carattere registrativo, per cui se lo studio avrà successo possiamo aspirare ad un’autorizzazione per l’immissione in commercio. Abbiamo poi sperimentazioni avanzate con un secondo farmaco (Fibromun) in altre malattie molto gravi, quali il sarcoma dei tessuti molli e il glioblastoma. In queste sperimentazioni, usiamo anticorpi monoclonali umani ricombinanti fusi ad agenti immunomodulatori chiamati citochine. Sono farmaci di nicchia di ultima generazione. La nostra leadership in questo settore è riconosciuta a livello mondiale".

Quanti dipendenti avete?

"Philogen occupa direttamente circa 170 persone. 120 a Siena e le restanti a Zurigo nella controllata svizzera. Nel 2022 sono state assunte 45 persone, speriamo che il meglio debba ancora venire!"

Quali sono gli impatti sul territorio dei vostri progetti?

"Abbiamo da poco completato a Bellaria la costruzione di un nuovo impianto tra i più avanzati in Europa per la produzione di farmaci a base di anticorpi monoclonali espressi da cellule di mammifero. L’investimento è stato di 15 milioni. Entro la fine dell’anno speriamo di riuscire ad ottenere l’autorizzazione per la produzione di farmaci per il commercio. Se i farmaci che stiamo sviluppando avranno il successo che i risultati clinici preliminari suggeriscono, la società avrà una consistente espansione anche occupazionale. Abbiamo molto interesse a mantenere a Siena le produzioni. Non nascondo che nel Comune di Sovicille esistono vincoli notevoli all’espansione, anche all’interno di un’area industriale in gran parte da edificare. Se il Comune risolverà i problemi, ci saranno più posti di lavoro".

Quale è la sua opinione sul Biotecnopolo?

"La politica a Siena ha usato, almeno negli ultimi 20 anni, denaro pubblico per scopi non sempre produttivi e in alcuni casi autoreferenziali. Siena Biotech è un caso emblematico di uso errato di circa 200 milioni di denaro pubblico. Ha causato molti danni, non solo calcolabili in termini di spreco di risorse pubbliche. E’ una buona cosa che il nuovo Ministro abbia preso in mano il progetto Biotecnopolo e lo stia rivedendo. Dopo ministri della Salute con nessuna competenza specifica, Ii ministro Schillaci è finalmente una persona competente. Credo che potrà incidere molto positivamente nella ridefinizione degli obbiettivi non chiarissimi fino ad ora. E’ poi corretto che il Governo riveda un progetto ereditato. E’ una sua legittima prerogativa politica".

Non è d’accordo con l’impostazione del Biotecnopolo come Hub Antipandemico?

"Credo si debba vedere quello di cui Siena e l’Italia hanno veramente bisogno. Credo anche che la lotta alle future pandemie sia un tema che ha bisogno di essere declinato in molti modi e con approcci complementari. Non dimentichiamoci che la soluzione alla recente pandemia è passata dall’opera e la creatività di aziende private. Il Biotecnopolo rischiava di essere un progetto autoreferenziale, stile Siena Biotech, molto costoso e non necessariamente in grado di creare una crescita duratura. Purtroppo, anche la sperimentazione clinica sull’anticorpo monoclonale senese, ancorché ben finanziata da denaro pubblico, non ha nemmeno visto la conclusione e non ha potuto provare se il prodotto fosse efficace o meno".

Come vede il Biotecnopolo?

"La politica deve creare le condizioni. Deve includere e mettere a sistema quanto presente, non creare cattedrali nel deserto. Il Biotecnopolo ritengo debba essere rivisto in modo tale che i progetti siano credibili e incentrati su diverse aree. Non solo una ’lotta alle future pandemie’ con vaccini ma anche con altre armi: farmaci e diagnostici. L’importante è che mantenga ed ampli la capacità di fare. Credo che il Progetto Biotecnopolo debba essere incentrato principalmente sulla formazione. E’ importante che faccia sistema col molto di buono che c’è nell’Università e nelle aziende private locali ed italiane. Chi esce dall’Università ha bisogno di scuole avanzate per finire di formarsi e rispondere alla domanda delle aziende. Non mi dispiacerebbe se il Biotecnopolo diventasse anche una scuola di alta formazione nei campi della scienza della vita e nelle discipline collegate che ne permettono lo sviluppo. La ricerca senza lo sviluppo rischia di perdere efficacia e significatività. Lo sviluppo è qualcosa che viene spesso dimenticato ma è alla base della creazione del valore e richiede competenze che non sempre sono insegnate all’Università".