Pay Care, c’è la commessa Tutti i dipendenti al lavoro

Richiamati a tempo pieno anche per la prossima settimana i 48 addetti. I sindacati: "Segnale distensivo dopo lo sciopero, ma vogliamo garanzie".

Pay Care, c’è la commessa  Tutti i dipendenti al lavoro

Pay Care, c’è la commessa Tutti i dipendenti al lavoro

di Cristina Belvedere

Già martedì scorso, 24 ore prima dello sciopero e della manifestazione di protesta in piazza Salimbeni, Pay Care ha richiamato al lavoro tutti i 48 dipendenti che si trovavano in solidarietà. Sarebbe infatti arrivata una nuova commessa dalla Regione Lombardia, che l’azienda intende coprire dal sito di Monteriggioni, per questo i lavoratori saranno impiegati a tempo pieno anche per la prossima settimana. "L’azienda ha voluto mandare un segnale distensivo – spiega Giuseppe Cesarano, segretario generale della Fim Cisl di Siena – ma noi vogliamo garanzie concrete. Domani invieremo a Pay Care la comunicazione ufficiale in merito allo stato di agitazione indetto qualche giorno fa, inoltre chiederemo un incontro formale con i vertici aziendali per conoscere il piano industriale. Nel mese di dicembre scade infatti il contratto di solidarietà e noi vogliamo capire cosa succederà, quali sono i progetti e le idee per il perimetro di Monteriggioni".

La settimana scorsa Cesarano e Massimo Onori, segretario generale della Fiom Cgil Siena, avevano ottenuto la riapertura del tavolo regionale e l’intervento di Valerio Fabiani, delegato del presidente Giani per la gestione delle crisi aziendali. L’incontro era stato chiesto dopo l’annuncio da parte di Pay Care della sospensione degli incentivi aziendali per favorire l’esodo volontario dei lavoratori dalla sede di Monteriggioni. Una misura ‘gestionale’ che era stata concordata a luglio scorso con Regione e sindacati per scongiurare i licenziamenti forzosi, favorendo invece uscite volontarie dei lavoratori del call center anche grazie a fondi aziendali (oltre che pubblici, cioè la dote di accompagnamento di otto o dieci mila euro assicurata dalla Regione). Ma al tavolo di lunedì scorso era arrivata la doccia fredda: stop agli incentivi aziendali destinati ai lavoratori per le uscite, mentre nessuna notizia era trapelata su possibili soluzioni di rilancio. Lo stesso Fabiani aveva condannato la condotta aziendale, parlando di decisione "irrazionale e ingiustificabile". Ora invece arriva una boccata d’ossigeno per i lavoratori, ma rimangono i timori per il futuro ancora incerto.