Palio, Tittia: "A Siena auguro un anno vincente come il mio"

Tittia è il fantino del 2019 con due Palii conquistati. Alla sua scuderia è arrivato Putzu, fra i nuovi cavalli Aurus di Mark Getty

Portato in trionfo dai giraffini

Portato in trionfo dai giraffini

Siena, 31 dicembre 2019 - «Cosa pensavo il 31 dicembre 2018? Che dovevo stare sereno, senza l’assillo di vincere per forza. Facendo le cose perbene, come sempre", riavvolge il nastro dei ricordi Tittia. Nel mezzo ci sono stati 12 mesi d’oro per il sardo tedesco. Fantino del 2019: un titolo che gli spetta stante le due vittorie nella Giraffa e nella Selva. "Cosa penso un anno dopo? Mamma mia, tanta roba. Però credo di aver meritato tutto perché lavoro sodo ogni giorno, senza mai fermarmi. Anche quest’anno una settimana in Sardegna e poi gli impegni. I sacrifici sono infiniti, tolgo tempo prezioso alla mia famiglia e cerco di dare sempre al prossimo". Cosa significa? "Che non penso solo a Giovanni ma anche a chi ho intorno, nelle piccole e nelle grandi cose". Però qualcuno dice che sei ‘cannibale’ nel Palio. "Nel mio lavoro intendo lasciare il segno. Un fantino corre per vincere. Ma, ripeto, in tutte le cose sono aperto verso gli altri" Cosa ti ha regalato Ilaria, la tua compagna, per Natale? E Mattia? "Lui chiede e basta! Ilaria un po’ di vestiti". E tu a lei? "Confesso: niente. Non sono bravo in queste cose! Però se vuole fare qualcosa in casa la assecondo sempre. Soprattutto gli dedico il mio amore ogni giorno". Cosa chiede Tittia al 2020? "Di andare avanti così, con serenità. Di continuare a fare bene, migliorandomi. Il 2019 è stato un anno stupendo ma non sono appagato e ho voglia di rifare tanto, tanto bene". Un fantino a cui ti ispiri? "Sai, essendo ‘nato’ nella scuderia del grande maestro (Trecciolino, ndr ) un po’ seguo le sue orme. Sarebbe bello riuscire ad imitare le cose belle che ha fatto". Scompiglio dice che l’estrazione di 6 Contrade incide più sul lavoro dei capitani che dei fantini: concordi? "Sì, comunque anche per noi l’impegno è maggiore. Tutti sperano di uscire, c’è tanto movimento". Dopo la vittoria con Remorex nella Selva pace fatta con Veleno? "Ci siamo chiariti già nel 2015. Non posso negare che nei giorni del Palio non si è tirato indietro quanto a consigli, lo devo ringraziare". Cosa dici ai capitani che vorrebbero farti indossare il giubbetto? "Le persone vicine mi conoscono. Non amo le pressioni, mi piace quando ricevo massima fiducia che da solo so di essere tenuto a ripagare. Mi infastidisce il ‘devi... devi...’". Conta più l’amicizia o la parola data? "La prima è importante ma la parola non si rimangia". Qualcuno che negli anni ti ha criticato si è ora ricreduto? "Grosse accuse non ci sono mai state, comunque sia me le faccio scivolare addosso. Ma sia chiaro, cerco sempre di imparare dalle giuste critiche". Ingaggi certi nel 2020 a parte Siena? "A Legnano sono in Legnarello, Fucecchio ho delle parole, Asti in Don Bosco". In scuderia è arrivato Putzu. "Gli stavo dietro da un po’ di anni. Mi piace come monta, ha mestiere ed un’esperienza importante in ippodromo. Ha ben figurato montando cavalli difficili, dandogli la via con coraggio. Gli avevo detto che se un giorno voleva cambiare scuderia doveva avvertirmi. Così è stato, tra luglio e agosto. E non me lo sono lasciato sfuggire". Stefano Piras resta. "Certo! Un ragazzo d’oro che a cavallo ha dimostrato enorme talento". A luglio corrono Istrice e Leocorno: sei vicino a loro? "Due con cui ho fatto fortemente il Palio negli ultimi anni, se c’è la situazione ci vado volentieri". Cavalli nuovi? "Ho preso Aurus insieme a Mark Getty e poi a gennaio ne dovrebbe arrivare un altro per il Protocollo. Anche l’allevamento va benissimo. Sì, un 2019 d’oro". Che augurio fa Tittia a Siena per il 2020? "Che la città possa avere un’annata come lo è stata la mia nel 2019: vincente". Dove trascorri San Silvestro? "A casa con gli amici di sempre. L’ultimo stravizio, poi dieta". © RIPRODUZIONE RISERVATA