REDAZIONE SIENA

Palio sulla spiaggia di Follonica. Il senso di appartenza va oltre Siena

La foto di Augusto Mattioli ritrae alcuni ’cittini’ senesi giocare con i barberi negli anni ’70 in riva al mare

Anni Settanta: i bambini senesi giocano allegri con i barberi sulla spiaggia di Follonica. Si portano dietro i sogni da casa. La foto mi fa pensare che è proprio vero che viaggiare serve soltanto per voler bene al luogo dove siamo nati. Quando qualcuno vi chiede cosa sia l’appartenenza, potete mostrare questo significativo scatto di Augusto Mattioli: l’appartenenza mette solide radici nell’anima e nulla può sradicare questo sentimento, forse nemmeno l’angelo della morte.

Appartenenza significa vedere il mondo, conoscerlo, viverlo e apprezzarlo, ma sentire un colpo al cuore quando, al ritorno da un lungo viaggio, dopo la galleria di Monsindoli, ti appare come per incanto lo skyline di Siena. Appartenenza è un senso di rassicurante certezza del vivere. Molti potranno dire: "Io e questa città ci siamo scelti, chissà in quale dimensione e in quale epoca. Ma sento che l’abbiamo fatto!". L’amore non è infatti mai possesso ma completarsi. Per questo diciamo ai figli: "Vivi il mondo ma non ti dimenticare mai le tue radici!". E’ un poco simbolico atto d’amore, più carnale di quanto si possa pensare. Come se questi bambini, nella virulenta azione di far correre i barberi, in questa similitudine della piazza, dicessero: "Voglio abitare fra le tue parole, i tuoi simboli, trovarvi il mio acceso senso di appartenenza!".

Il tutto con una leggera vertigine. Siamo un po’ come le persone che sono dello stesso gruppo sanguigno, le uniche che possono donarsi il loro sangue. Un’anima che gioisce e soffre per la stessa comunità può soccorrerci perché ha la stessa concezione del mondo. Si chiama parentela spirituale. Nel mondo d’oggi è il miglior antidoto all’indifferenza. Ci dicono che ci sono altri cieli e altre stelle, ma io appartengo a queste case, a queste vie, a questo amore che trasuda malinconia perché spesso ricorda il passato.

Eccoli i piccoli, di ieri e di oggi: spero solo che anche sulla spiaggia non prevalgano i social, che si trovi il momento per rievocare antichi riti. Parafrasando Shakespeare: "Non c’è mondo per me aldilà delle mura di Siena, c’è solo purgatorio, c’è tortura, lo stesso inferno. Bandito da qui è come fossi bandito dal mondo e l’esilio dal mondo vuol dire morte!".

Massimo Biliorsi