
di Laura Valdesi
Niente doping, erano stati tutti assolti i 21 imputati, fra fantini e proprietari di cavalli (purosangue) finiti sotto processo per maltrattamento di animali dopo il blitz nelle scuderie del palio di Asti nel 2014. "Il fatto non sussiste", aveva deciso il tribunale nel dicembre 2019. Tutto finito? Neppure per sogno. Ieri davanti alla corte di appello di Torino, infatti, c’è stata l’ennesima udienza sulla vicenda. Perché il pm Laura Deodato aveva presentato appunto ricorso in appello contro la sentenza di primo grado (dove si evidenziava, tra l’altro, che non c’era doping fuori dalle corse) anche se soltanto per 19 dei 21 imputati. In primo grado, infatti, aveva chiesto l’assoluzione per Alessio Migheli e Paolo Pierini. Devono dunque difendersi davanti ai giudici di Torino Antonio Villella (Baldichieri), Laura Coda Zabetta, Dino Pes (San Secondo), Giuseppe Piccinnu (S.Silvestro), Livio Vedele, Valter Pusceddu (San Paolo), Maurizio Farnetani (San Martino San Rocco), Mario Cottone, Andrea Farris (S.Pietro), Patrizio Serra, Alessio Scaglione, Giuseppe Zedde (San Lazzaro), Enrico Bruschelli (Castell’Alfero), Luigi Bruschelli, Sebastiano Murtas, Alessandro Chiti (S.Marzanotto), Silvano Mulas (Cattedrale), Gianluca Fais (Don Bosco) e Antonio Binello.
Non è mancato il colpo di scena nella prima udienza d’appello dove era presente anche l’avvocato Luigi De Mossi che difende i Bruschelli padre e figlio. Il pm aveva chiesto di ascoltare un ispettore della polizia giudiziaria dell’aliquota Asl, il consulente della procura vale a dire il dottor Paolo Borrione del Centro antidoping di Orbassano, infine un tecnico di laboratorio. Immediata la levata di scudi da parte dello stuolo di avvocati presenti – Marco Scassa che è anche rettore di Don Bosco, che difende larga parte degli imputati, ovviamente De Mossi ma anche Marco Zappa – che si sono opposti. La corte d’appello ha comunque deciso che ci dovrà essere un’udienza a novembre per ascoltare il consulente della procura in contradditorio con i due delle difese. Dunque una sorta di faccia a faccia che vedrà Borrione da un lato e dall’altro Marco Montana e a Giuseppe Incastrone. Si tornerà sicuramente a parlare dei medicinali, tutti antifiammatori consentiti per la cura del cavallo, degli aspetti tecnici. Poi arriverà la sentenza bis.