Padre violenta la figlia minorenne "Se parli ti do in pasto ai maiali"

Condannato a 9 anni e 2 mesi per gli abusi iniziati quando lei aveva 10 anni, per lesioni e maltrattamenti. Le parole della ragazza in aula : "Da quel momento mi sono sentita una persona devastata"

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di Laura Valdesi

SIENA

"Mi sono sempre chiesta perché io. Nessuno si merita una cosa del genere. Da quel momento mi sono sentita la persona più schifosa del mondo. Mi ha devastato. Ha detto che se parlavo mi faceva fuori. Ho tentato tante volte di farla finita. La mia testa mi diceva ’tanto se non lo fai tu lo farà lui’". Un silenzio pesante. Commosso. In aula non un respiro. Solo le lacrime della 22enne quando, appunto, il suo avvocato Daniela Acco legge in tribunale le parole della giovane donna che ha accusato il padre di averla violentata. Maltrattata. Picchiata e ferita. "Ha deciso di voltare pagina – aggiunge il legale –, vuole per i suoi bambini quello che lei non ha mai avuto". "La vicenda di una famiglia che sembra trama di un film", tratteggia il pm Silvia Benetti nella requisitoria al termine della quale chiede la condanna dell’uomo a 9 anni e 9 mesi. Il tribunale presieduto da Roberto Carrelli Palombi lo ritiene colpevole di tutti i reati: violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti nei confronti della figlia. Questi ultimi anche verso la moglie. Nove anni e 2 mesi la pena decisa, più le sanzioni accessorie fra cui il divieto di avvicinarsi ai luoghi dei minori per due anni. Disposta inoltre una provvisionale di 20mila euro quale risarcimento del danno nei confronti della figlia da definire poi in sede civile. "Grazie alla procura per l’ottimo lavoro svolto – commenta a caldo l’avvocato Acco – e al tribunale. Quando c’è una sentenza del genere giustizia è fatta anche se nessuno le restituirà mai l’infanzia. I traumi resteranno a vita". "Prendiamo cognizione della condanna – dice Alessandro Betti, difensore del 74enne –, riteniamo che ci siano elementi per poterla impugnare. Aspettiamo dunque il deposito delle motivazioni fra 30 giorni".

"Io ti amo, le scriveva il padre. Era terrorizzata da lui, sapeva cosa poteva fare per questo cercava di compiacerlo. Tentava di capire il perché di quella condotta. Una ragazza profondamente devastata da ciò che non ha avuto il coraggio di raccontare per anni", ricostruisce il pm Benetti. Storia cruda. Intrisa di dolore. Perché l’uomo che è un faro per ogni figlio ha vestito in realtà i panni dell’orco. Le violenze, i toccamenti erano iniziati quando quello scricciolo aveva poco più di 10 anni. Ma era stato in occasione del compleanno della ragazzina, nel 2013, che "l’aveva baciata, attratta a sé. ’Stai ferma e zitta, le aveva detto, che poi ti piacerà’. Lei non voleva, lui la minacciava di morte. Di darla in pasto ai maiali, se avesse raccontato ad altri", ancora la procura. Che svela poi come la sorella maggiore avesse denunciato episodi simili, subiti anche da una sua giovanissima amica, sempre da parte dell’uomo. "Aveva ritrattato poi – il pm informa il tribunale – perché aveva la famiglia contro, lui aveva problemi di salute. Pensava ’me ne vado e faccio la mia vita’, pur restando a fianco della sorella. Il padre fu condannato solo per le molestie all’amica". Pena che sta finendo di scontare.

Le attenzioni morbose nei confronti della figlia più piccola erano continuate. Nel 2015 e poi l’aveva violentata in auto nel 2017. Ma era stato nel gennaio 2019 che l’aveva picchiata selvaggiamente. Era molto geloso, annusava il profumo dei suoi reggiseni. La condusse in un luogo isolato e lì calci e pugni, schiaffi. Lasciando lividi sul corpo della giovane che aveva pubblicato le foto su un profilo social di un fratello che in realtà non esisteva.

L’uomo, che in aula non ha fatto una grinza durante la requisitoria, era accusato anche di maltrattamenti nei confronti della madre delle due ragazze. "C’era forte conflittualità, la picchiava", dice il pm Benetti ricordando però che la donna non ha denunciato l’uomo "frenando dal farlo la figlia a cui diceva che anche gli zii di Palermo non volevano". Ma lei non sentì ragioni.

Ci prova l’avvocato della difesa a minare la credibilità delle parti offese mettendo in luce le contraddizioni del racconto. "Nei messaggi mai un riferimento sessuale esplicito", rivendica Betti ricordando che l’ex della 22enne si era allontanato da lei "in quanto raccontò varie fake. Gli disse che usava anticoncezionali e poi è nato un figlio".