Obbligo di Green pass, "C’è il rischio di 55mila tamponi a settimana"

Le stime del dg dell’Asl D’Urso: "Sono circa 18mila i lavoratori non vaccinati. Al ritmo di un test ogni 48 ore, lunghe file ai laboratori"

Il direttore generale dell’Asl Toscana Sud Est, Antonio D’Urso

Il direttore generale dell’Asl Toscana Sud Est, Antonio D’Urso

Siena, 15 ottobre 2021 - Se tutti i senesi non ancora vaccinati, in età da lavoro, dovessero fare il tampone per il green pass si parlerebbe di circa 55mila test a settimana. La stima è del direttore generale dell’Asl Sud Est, Antonio D’Urso: "Tra 15 e 55 anni la popolazione non vaccinata in provincia di Siena è di 33.265 persone, applicando il tasso di occupazione Istat, variabile per classi di età, la stima è di 17.703 persone occupate. Se ognuna di queste persone intende effettuare il tampone antigenico, in ipotesi tre volte a settimana, il fabbisogno potrebbe essere di circa 55mila test a settimana".

Il tampone, con validità di 48 ore sul green pass, si fa non tanto presso i drive through dell’Asl, dove si fanno i tamponi su richiesta medica, in presenza di sintomi o per contatto con un positivo o alla fine di una quarantena.  

Chi effettua i tamponi per il green pass? "Le Aziende sanitarie non sono sole nell’attività di testing. Come è noto le persone possono eseguire il test antigenico in Farmacia. Continua comunque l’impegno dell’Azienda, anche per garantire risposte puntuali e qualificate". Oggi scatta il green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro: possibile fare migliaia di tamponi ogni due giorni? "Il numero dei tamponi è destinato a crescere su scala nazionale per l’introduzione dell’obbligo del green pass e questo investirà la capacità produttiva del Paese, perché si ipotizza una richiesta anche tripla rispetto agli oltre 300mila test che sono effettuati ogni giorno in Italia. La questione è delicata, perché dovranno continuare a fare i tamponi tutte le persone che attualmente lo fanno, quando si sospetta la presenza del contagio o per uscire dalla quarantena". Qual è il quadro Covid? "Ogni considerazione deve partire da un punto fermo: i vaccini stanno dimostrato in pieno la loro efficacia e metterli in discussione è assolutamente fuori luogo. È questo il motivo per cui, anche a fronte di una ripresa dei contagi, non abbiamo registrato le stesse conseguenze del passato: i pazienti ricoverati per Covid sono decisamente diminuiti e in larga maggioranza sono non vaccinati, quelli in terapia intensiva sono quasi esclusivamente non vaccinati". E a scuola? "Il quadro è migliore rispetto a un anno fa proprio perché ci sono le vaccinazioni. In ambito scolastico, il tema più caldo è quello delle quarantene su cui a livello governativo è aperta la discussione resa possibile proprio grazie all’alta presenza di persone che hanno ricevuto la somministrazione del vaccino". Parleremo ancora a lungo di emergenza? "E’ in questo contesto, con la diffusione su scala sempre più larga della vaccinazione accompagnata alla conservazione delle misure di protezione personali, che potremo nei prossimi mesi ipotizzare una progressiva riduzione dell’emergenza e una gestione diversa della situazione".