Nozze artigianato-alta tecnologia: "Dal barman robot per i cocktail a quello che trucca i volti sul display"

Realtà imprenditoriale sorprendente ed importante quella della "Mainit" a Sinalunga "Il lavoro non manca. Siamo in 12 in azienda ma porte aperte al personale qualificato".

Nozze artigianato-alta tecnologia: "Dal barman robot per i cocktail a quello che trucca i volti sul display"

Nozze artigianato-alta tecnologia: "Dal barman robot per i cocktail a quello che trucca i volti sul display"

Leggi "automazione industriale", "robotica", e pensi subito a camici bianchi, spazi asettici, grandi schermi piatti alle pareti e tanto marketing. Invece ti viene incontro Emanuele, uno dei titolari, in tenuta da lavoro, con un sorriso aperto, e si scusa perché, prima di salutarti, deve lavarsi le mani: sono sporche di grasso. È la dimostrazione che artigianato e alta tecnologia possono stare insieme negli stessi laboratori, sotto gli stessi capannoni, se alla base ci sono passione e "sostanza". È la fotografia della Mainit, una realtà sorprendente che, da Sinalunga, dalla Valdichiana Senese della carne bovina, del vino, degli scavi archeologici e dei palazzi rinascimentali, esporta nel mondo soluzioni automatizzate per le imprese, condite di tanta umanità. Dopo aver sbalordito tutti, nel 2021, con il barman-robot entrato in servizio (si può dire così…) sulle navi da crociera, un automa che ha già servito 20.000 cocktail, ora la Mainit si appresta a consegnare un altro gioiello di automazione, una macchina, un grande nastro, che lava, lucida, seleziona e confeziona in un nuovo set le posate che rientrano da un catering. Nel frattempo, non è mancato il tocco "glamour", con il robot che nelle vetrine di un brand esclusivo dell’alta moda, a Milano e a Parigi, truccava volti che apparivano su un display, né l’impegno internazionale in Svizzera, con un’azienda siderurgica (con la quale si è creato un rapporto stabile), per il recupero di calore ai fini del risparmio energetico. E la Mainit, fondata nel 2015 da Leonardo Giannini, di Montepulciano, con il quale si è poi associato Emanuele Giardi, di Bettolle, entrambi ingegneri laureati a Pisa, spazia dal farmaceutico, avendo creato il ciclo completo di automazione di un magazzino per la coltivazione delle cellule vegetali, all’industria manifatturiera, in cui il marchio sinalunghese è intervenuto con vere e proprie braccia meccaniche che applicano etichette su caldaie che scorrono lungo la linea di assemblaggio. "Offriamo soluzioni alle aziende che hanno bisogno di automazione personalizzata, di macchine che generalmente non si trovano sul mercato" spiegano i titolari. "All’inizio Leonardo concepiva il progetto ma poi mancava chi lo realizzava, ora garantiamo un servizio a tutto tondo, sviluppando software, hardware e parte elettrica". "L’automazione nobilita il lavoro dell’uomo - ci tengono ad affermare -, non è antagonista, non ruba occupazione, ma fa svolgere compiti debilitanti, usuranti, svilenti alla macchina ed eleva la posizione della persona, che ne ha il pieno controllo. Non ci facciamo contagiare da suggestioni – precisano alla Mainit -, il robot è sotto il pieno, totale controllo dell’uomo". "Per fortuna il lavoro non manca – concludono con serenità Emanuele e Leonardo –, in questo momento siamo in dodici in azienda ma le porte sono aperte a personale qualificato che voglia venire a collaborare con noi".

Diego Mancuso