Nonnino maltratta la moglie per 15 anni

La testimonianza: "Mi buttò nell’occhio l’acido ma non la denunciai perché non la volevo rovinare"

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SIENA

"Cosa le gettò nell’occhio il 3 luglio 2019?", chiede l’avvocato Fausto Rugini. "Acido o varichina", ribatte l’anziano che difende. Mentre stava facendo la doccia. "Dissi che era stata una cosa accidentale in ospedale perché non volevo rovinare mia moglie. Quando c’era da discutere io prendevo e andavo via", aggiunge spiegando al giudice Elena Pollini. Quella donna che ha puntato il dito contro il marito quando tre anni fa arrivarono a casa i carabinieri, avvertiti proprio da quest’ultimo, non era in aula. Vuotò il sacco stanca, a suo dire, di una vita fatta di maltrattamenti, anche psicologici, avvenuti in un quindicennio dal 2004 al 2019 appunto. Un caso che mostra quanto sia difficile il rapporto di coppia anche quando si hanno 80 anni. E quante situazioni di difficile convivenza si nascondano dietro le mura domestiche. Insomma, la violenza fisica e psicologica non conosce età. Questo il filo conduttore di un processo che ha visto sul banco dei testimoni il marito da cui la donna ormai vive separata. Da quel famoso gennaio 2019. "Arrivati sul posto – ricostruisce uno dei carabinieri intervenuti - trovammo la donna in casa da sola. Forse il marito era andato all’orto, avevano avuto una discussione perché non puliva bene l’abitazione". Sollecitato dall’avvocato Claudia Bini, che assiste la pensionata parte civile, conferma "che il 118 cercò di tranquillizzare la signora e venne portata all’ospedale" dove scattò il percorso del codice rosa. Una famiglia difficile, quella dell’imputato che sta registrando negli ultimi tempi problemi di decadimento cognitivo. "Fino a poco tempo fa mi ricordavo tutto", testimonia dopo aver risposto stop and go alle domande del giudice e del pubblico ministero, oltre che della parte civile. Il suoi ricordi sono random, senza un momento fisso. "Non mi faceva mai da mangiare", racconta tra l’altro senza un filo logico temporale.

Il giudice, prima della sentenza che arriverà l’8 marzo, cercherà di capire se è necessario fare una perizia sull’attuale condizione cognitiva dell’uomo. Intanto l’anziana, dopo essere rimasta per nove mesi in una casa protetta, adesso vive da sola. Non ha fatto più ritorno nell’abitazione senese da quel gennaio 2019.

La.Valde.