Novantenne soffocò la moglie nel letto di casa: a giudizio

Il giudice fissa a maggio il processo in Corte d’Assise per la morte di Neda Vannoni a Poggibonsi. L’accusa è omicidio

Il pm Benetti con i carabinieri davanti alla casa

Il pm Benetti con i carabinieri davanti alla casa

Poggibonsi (Siena), 24 gennaio 2020 Ha ucciso a mani nude la sua Neda. L’ha strangolata nel letto di casa e poi ha tentato di farla finita, gettandosi prima nello Staggia, che scorre a due passi da via Buoninsegna. Senza successo. Quindi, tornato nell’abitazione, ha provato con un coltello. Non ce l’ha fatta neppure così, Casimirro Delli. Ha confessato subito ai vicini quello che era accaduto – ‘E’ successa una tragedia, è in casa, l’ho ammazzata’ –, l’ha detto ai carabinieri quando sono arrivati. Era stato lui, a 90 anni, mai un graffio fatto alla moglie Neda, a compiere quel gesto. Forse perché la credeva malata.

Il movente, la molla psicologica che ha spinto l’anziano ad uccidere la donna di 83 anni, compagna di una vita, emergerà nel processo d’assise che si svolgerà a maggio. L’ha deciso ieri il gup Roberta Malavasi disponendo il rinvio a giudizio per omicidio aggravato del postino. Così continuavano a chiamarlo tutti a Poggibonsi, sebbene fosse ormai in pensione da tanti anni. Non era in aula Delli, ieri mattina, accanto al suo avvocato Emiliano Ciufegni. Sono parte offesa ma non costituiti parte civile i figli, rimasti accanto al padre nonostante il dramma familiare. Quanto al pm Silvia Benetti, che ha seguito l’inchiesta, ha chiesto ovviamente il rinvio a giudizio.  

In Corte d’assise una sfilza di testimoni, dopo l’ammissione delle prove. Ci saranno gli investigatori, i carabinieri subito intervenuti, i vicini di casa della coppia che ancora stentano a capire come possa essere accaduto. E che continuano a ritenere che sia stato una sorta di ‘gesto di amore’, quello di Casimirro, visto che nelle intenzioni doveva essere un omicidio-suicidio. Solo che quest’ultima parte del copione il postino non è riuscito a realizzarla. Sarà dunque attraverso la voce dei consulenti e dei tanti che conoscevano la coppia che emergerà la verità di quel 21 febbraio 2019. Praticamente un anno fa. Troppo uniti, Neda e Casimirro, peché la gente possa comprendere quella morte.

Delli è ancora ai domiciliari, vista l’età non può andare in carcere. Si occupa di lui un badante. Ha avuto il permesso di fare qualche passeggiata nel quartiere per un po’ d’aria. © RIPRODUZIONE RISERVATA