Non è una terra per giovani Sempre meno e più vecchi, l’allarme dalle rilevazioni Istat

Popolazione in calo in particolare nella fascia 0-14 anni, frena anche il saldo migratorio. Il sociologo Berti, Università di Siena: "Servono più politiche per la famiglia e abitative".

Non è una terra per giovani  Sempre meno e più vecchi,  l’allarme dalle rilevazioni Istat

Non è una terra per giovani Sempre meno e più vecchi, l’allarme dalle rilevazioni Istat

di Orlando Pacchiani

La diminuzione della popolazione costante da una decina di anni, l’accoppiata crisi della natalità-invecchiamento medio, un saldo nascite-decessi ampiamente negativo tamponato solo in parte dai flussi migratori. Sono alcuni degli elementi che più risaltano dal rapporto Istat legato al 2022, relativo a tutte le province italiane. Dati preoccupanti per la nostra provincia come per il capoluogo. Gli indicatori testimoniano la necessità di una correzione di rotta, come sottolinea Fabio Berti, ordinario di Sociologia all’Università degli studi: "La struttura demografica della provincia è preoccupante, la popolazione invecchia e non c’è un ricambio. . È vero che c’è chi potrebbe sottolineare il risvolto positivo dell’aumento dell’aspettativa di vita, ma il dato è allarmante e colpisce con forza anche il capoluogo: chi avrà l’onere di guidare Siena dovrà mettere anche questo tra i primi punti su cui riflettere e intervenire".

Ed ecco allora alcuni numeri: la popolazione complessiva in provincia ha perso circa diecimila presenze dal 2010 a oggi (passando da 270mila a 260mila) mentre il Comune, dopo il grande balzo all’indietro degli anni ’70-’90 quando si sono persi 20mila residenti in gran parte a vantaggio del comuni confinanti, resta attestato intorno a quota 53mila. Con un dato allarmante sulla fascia 0-14 anni: nel 2015 i giovanissimi erano 6315, ora 5930, in percentuale lievemente meglio della provincia passata da 34478 a 31285 under 14. "Questo è uno degli indicatori più significativi – spiega Berti – perché è la traduzione concreta dell’invecchiamento".

E quale riflessione stimola questo dato? Per Berti la lettura è chiara: "Non ci sono politiche per la famiglia che incentivano la natalità né abbastanza servizi per le famiglie. Cosa si può fare? Investire sugli asili nido, scuole dell’infanzia, ma anche politiche abitative. Per questo il problema può e deve essere affrontato a tutti i livelli istituzionali, compreso quello comunale".

E poi c’è un altro tema forte, che il professor Berti evidenzia: "Se la demografia in qualche modo ha retto e addirittura la provincia è un po’ ringiovanita rispetto ai primi anni Duemila, quando era la più vecchia d’Italia, si deve ai saldi migratori, considerato che quelli naturali sono negativi". Detto in parole povere, ci sono più morti che nati e questo rappresenta chiaramente un problema. "In alcuni paesi della provincia gli immigrati sono il 20 per cento della popolazione – osserva Berti – e senza di loro interi paesi sarebbero già in una crisi irreversibile. Dal 2014 i numeri di questo fenomeno sono in diminuzione, per esempio sia Siena sia la Valdelsa hanno praticamente azzerato la crescita di nuova popolazione. Per alcuni è positivo, ma i numeri dicono altro".

Ma perché questo rallentamento? "Perché a questa provincia manca un tessuto economico capace di stimolare l’arrivo di migranti, che vengono quando c’è lavoro. Questo è un territorio poco attrattivo", aggiunge ancora Berti.

Tra i numeri da evidenziare, quello medio di figli per donna (1,19), con l’età media al parto di 32,4 anni e un tasso di natalità di 6 ogni mille abitanti, più che raddoppiato dai 14 decessi ogni mille abitanti (divario parzialmente coperto dal saldo migratorio col segno positivo, 2,8 ogni mille abitanti).

"Per quanto riguarda il Comune di Siena – afferma Berti – pesano molto le dinamiche abitative e un mercato immobiliare drogato. Anche il capoluogo sta invecchiando, non attrae stranieri e rischia di fare i conti con un centro che si riempie il giorno e si vuota di residenti la sera". Tra l’altro Siena risulta essere uno dei pochi capoluoghi di provincia nei quali il dato sulla percentuale di stranieri e più bassa di quello provinciale.

Il tutto, ovviamente, con una dichiarazione metodologica: si sta parlando di una fotografia, quella relativa al 2022, con alcuni riferimenti al passato. Un’analisi approfondita richiederebbe studi e comparazioni su più anni che è possibile qui solo abbozzare. Anche se la tendenza di fondo è chiara: Siena e la sua provincia sono sempre più terre per una popolazione anziana.