
Museo dei bronzi di San Casciano. Quei 4 milioni e mezzo del ministro
Il parterre delle grandi occasioni era a Napoli ieri, al Museo Archeologico, ad accogliere i Bronzi di San Casciano. Alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è inaugurata la mostra che, dopo il Quirinale, ha raggiunto la città partenopea. "Oggi si realizza un matrimonio felice – ha detto il ministro – quello tra uno dei più importanti musei archeologici del mondo, il Mann e uno dei ritrovamenti archeologici più importanti al mondo, dopo i bronzi di Riace. L’etimologia della parola cultura è ‘culto degli dei’ che questa mostra e i suoi ritrovamenti rappresentano appieno. Abbiamo scelto Napoli – ha sottolineato Sangiuliano – anche perchè, oltre a essere una delle grandi capitali del Mediterraneo, è la città che più di ogni altra ha vissuto stratificazioni di civiltà diverse nel mondo antico e ognuna ci ha trasmesso qualcosa di importante". Per questo il ministerio intende investire 4,5 milioni di euro per il progetto del Parco archeologico e per l’allestimento del Museo. "Abbiamo già acquistato la sede del museo che ospiterà i bronzi e continueremo a sostenere questo importante percorso culturale e sociale per tutta la comunità. Nel frattempo – ha concluso il ministro – la mostra dei bronzi al Mann aumenterà l’offerta culturale di Napoli".
Per Massimo Osanna, direttore generale dei Musei, la scelta di ospitare i bronzi al Mann è stata una scelta naturale "dopo aver diretto Pompei per sette anni mi sento un po’ napoletano – ha detto –. Nelle scoperte di San Casciano ho rivisto la stessa dinamica delle scoperte di Pompei. Queste folgorarono l’Europa nel ‘700 perchè, per la prima volta, il pubblico entrò nelle case di Ercolano e Pompei, ricostruendo le vite di chi le ha abitate attraverso i loro oggetti. Anche stavolta, portando alla luce i reperti del santuario sacro di San Casciano siamo capaci di leggere le paure e le richieste di guarigione da malattie, le ansie di chi ha frequentato quel luogo religioso e anche di cura".
Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio ha definito il progetto di San Casciano un vero ‘work in progress’. "Man mano che arriveranno nuove testimonianze archeologiche si allestiranno nuove mostre in altri musei. Insieme a Massimo Osanna abbiamo già sperimentato a Veroli una metodica di sinergia istituzionale che coinvolge l’intera filiera". Tanti attori diversi, dalla Soprintendenza al Comune, dalla Regione al Ministero e all’Università. E la sindaca di San Casciano dei Bagni Agnese Carletti ha ringraziato tutti. Presenti molte associazioni del comune, gli archeologi che hanno vissuto quotidianamente lo scavo, il direttore dello scavo Emanuele Mariotti, la funzionaria Ada Salvi e il Soprintendente Gabriele Nannetti, i sindaci di Chiusi Gianluca Sonnini e quello di Cetona Roberto Cottini, il direttore del Museo di Capodimonte Eike Schmidt, la presidente del Museo egizio di Torino Evelina Christillin e il direttore Christian Greco. Carletti ha ripercorso la storia dello scavo, dalla volontà delle varie amministrazioni comunali di scommettere e finanziare le campagne scavi fino al progetto del museo. "I bronzi sono solo un pezzo di un progetto molto più grande, la realizzazione del parco archeologico porterà nuova linfa all’intera comunità – ha detto – una comunità che oggi vive in armonia con gli archeologi e le loro scoperte. La prossima scommessa sarà l’audizione a fine marzo, per la Valdichiana senese capitale della cultura 2026. La nostra è una sfida culturale che solo insieme potremo vincere". Infine il professor Jacopo Tabolli, paragonato dal ministro Sangiuliano ad un moderno Indiana Jones, ha raccontato, incantando la platea, l’importanza storica e le interpretazioni degli oggetti esposti al Mann fino al 30 giugno.