Nuovi sviluppi nell’inchiesta aperta dalla procura dopo la tragedia avvenuta in un cantiere di San Gimignano, nell’aprile scorso, dove aveva perso la vita Francesco Mannozzi, 31 anni. Il pm Valentina Magnini, che procede per omicidio colposo, ha convocato infatti le parti oggi per il conferimento dell’incarico ad un consulente tecnico che dovrà ricostruire l’esatta dinamica ed anche gli eventuali profili di responsabilità di questa dolorosa vicenda.
Come si ricorderà, infatti, il giovane imprenditore – risulta infatti titolare dell’impresa edile – era rimasto schiacciato e ucciso da quintali di detriti mentre stava lavorando alla ristrutturazione di un casolare in località Racciano. A cedere, secondo un primo accertamento, era stata una porzione del tetto. Secondo quanto scritto anche nel cartello esposto fuori dal cantiere c’era da eseguire un "consolidamento strutturale". Committente risultava un’immobiliare di Besana in Brianza. Progettista e al contempo direttore dei lavori, si evinceva sempre dal cartello, un architetto. Responsabile della sicurezza, invece, una professionista di Poggibonsi, anch’essa iscritta nel registro degli indagati.
L’inchiesta deve stabilire se erano state rispettate appunto le misure di sicurezza e le regole previste, unitamente a stabilire le ragioni del cedimento della parte di tetto. Al momento del crollo a Racciano c’era anche un altro operaio, rimasto illeso.