Morte David Rossi, i racconti dei nuovi testi. Genova, verdetto su archiviazione festini

Oggi inizia l’udienza dal gip. La richiesta del pm, l’opposizione della famiglia. Le rivelazioni dell’ex maresciallo, l’identità dell’escort ’Stefano’

David Rossi

David Rossi

Siena, 17 dicembre 2020 - «Tutti gli accertamenti disposti da questo ufficio non hanno consentito di dare concretezza (e quindi di provare) alla suggestiva e azzardata tesi secondo la quale taluni magistrati senesi nel corso dell’indagine relativa alla morte di David Rossi sarebbero stati condizionati da indebite pressioni collegate alle loro inopportune frequentazioni.

Per questi motivi chiede disporsi l’archiviazione del procedimento". Firmata dal procuratore aggiunto di Genova, Ranieri Miniati, è la richiesta di archiviazione sui presunti festini a luci rosse, ai quali avrebbero partecipato magistrati senesi. Spinti poi a insabbiare le indagini sulla morte di David Rossi, proprio per evitare che venissero a galla quei comportamenti poco appropriati.

La richiesta del pm è datata 21 maggio. L’inchiesta di Genova è partita dopo la notissima trasmissione de Le Iene, con l’intervista ’rubata’ all’ex sindaco Pierluigi Piccini, nella quale si parlava espressamente di indagini ’abbuiate’ a causa di quei festini in ville vicino Siena. Dopo quella trasmissione, il 10 ottobre 2017, il procuratore capo di Siena Salvatore Vitello, inviò a Genova, sede competente quando si parla di magistrati senesi, tutti i fascicoli delle due inchieste sulla morte di David Rossi e la denuncia per diffamazione firmata dai 7 pm senesi, chiamati in causa dalle parole di Piccini.

Sono passati più di 3 anni e ogni volta che si avvicina il giorno del giudizio, arrivano nuove rivelazioni, spuntano testimoni non ascoltati, deposizioni sparite, nuove rivelazioni sui messaggi partiti dal cellulare personale di David Rossi dopo la sua morte e mentre era sotto sequestro.

Per questo è difficile restringere il caso David Rossi nei confini e nei faldoni di inchieste giudiziarie. E’ diventato molto di più: è un caso mediatico, un duello politico, una questione di famiglia, un’anatomia perfetta di una città e di un sistema di potere e finanziario che si è autodissolto negli ultimi anni.

Oggi a Genova inizia finalmente l’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione per l’inchiesta sui presunti festini a luci rosse ai quali avrebbero partecipato alcuni magistrati senesi. Ma con tutte le rivelazioni spuntate nelle ultime 48 ore, non sembra possibile un verdetto immediato del gip sull’archiviazione. Non ci sono state solo le novità nella puntata de Le Iene dell’altra sera. Anche il settimanale Giallo, oggi in edicola, scrive che "il cellulare personale di David Rossi sarebbe stato utilizzato mentre era sotto sequestro per inviare due mail riservate". Inoltre dal dispositivo risulterebbero "cancellate quasi 300 tra chiamate e messaggi". Tutto fatto dopo la morte di David.

Da ’Giallo’ a Le Iene. L’altra sera in tv è stato ascoltato a volto coperto l’ex maresciallo dei carabinieri, che non è stato sentito dai pm genovesi, che ha parlato di "festini hard dentro il seminario arcivescovile di Siena, ai quali partecipavano il segretario del vescovo, un magistrato, il cappellano militare dei paracadutisti, la miglior crema di Siena".

La storia del maresciallo, ex comandante di stazione e recentemente anche candidato a sindaco, è la parte clou della puntata. Gli avvocati della famiglia di David Rossi, della moglie Antonella Tognazzi e di sua figlia Carolina Orlandi, Carmelo Miceli e Paolo Pirani, l’hanno inserita nella loro memoria difensiva, assieme a quelle di un professionista che portava la droga in quei festini (di cui si è già parlato nei mesi scorsi), assieme alle lacune e incongruenze delle indagini sulla morte, archiviata per due volte come suicidio. Da Repubblica, edizione di Genova, arriva la terza rivelazione: l’escort battezzato ’Stefano’, che ha raccontato per mesi dei festini hard ai quali avrebbe partecipato nelle ville vicino Siena, sarebbe l’assistente di un europarlamentare della Lega a Bruxelles, in passato collaboratore di un assessore regionale.

Tornando al lavoro della procura di Genova. che aveva aperto un fascicolo per abuso d’ufficio e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, a carico di ignoti, "è, vero che nella prima indagine ci sarebbero state alcune lacune e che alcuni pm avrebbero tenuto forse dei comportamenti inopportuni. Ma non ci sarebbero prove che tali comportamenti avrebbero compromesso l’inchiesta sulla morte di Rossi". Il fascicolo è stato trasmesso al Csm per valutare profili disciplinari.