PINO DI BLASIO
Cronaca

Montomoli "Corro da solo per fare il sindaco La Massoneria un pretesto usato dai partiti"

Il candidato civico: "In consiglio comunale ci sono tre massoni, altri sono dirigenti. Il mio nome usato per evitare il bis di De Mossi"

Montomoli "Corro da solo per fare il sindaco  La Massoneria un pretesto usato dai partiti"
Montomoli "Corro da solo per fare il sindaco La Massoneria un pretesto usato dai partiti"

di Pino Di Blasio

Sostiene Emanuele Montomoli che, anche se non fosse scoppiata la grana della Massoneria, non sarebbe arrivato fino in fondo alla corsa a sindaco assieme ai partiti del centrodestra. "Ho subito avuto il sospetto che mi avessero usato per impedire un bis di De Mossi. Mi chiamarono un mercoledì sera dirigenti di Fratelli d’Italia per dirmi che erano pronti a candidarmi, sapendo che il giorno dopo il sindaco De Mossi sarebbe andato a Roma a perorare la sua ricandidatura con i vertici nazionali dei partiti di centrodestra. Ero la loro ultima scelta, avevo letto che provavano a candidare altre persone, da Mandarini a Nicoletta Fabio e avevano ricevuto solo rifiuti. Io ho accettato il dialogo a patto che i partiti circoscrivessero un perimetro di discontinuità con la giunta attuale".

Montomoli racconta la sua versione dei fatti nella nuova sede elettorale in Piazza del Campo, a un passo da Palazzo Pubblico, negli spazi che fino a poco tempo fa ospitavano un supermercato. "Me l’hanno concessa in comodato - precisa - non ci sono affitti d’oro da pagare. Dopo l’accordo con i partiti ho dovuto accettare diversi compromessi, dal responsabile della comunicazione al candidare nella mia lista persone indicate dai partiti. Con Lega, Forza Italia e Udc c’è stata subito sintonia, dai dirigenti di FdI era evidente un atteggiamento di rigidità. Però avevano firmato il programma".

Poi scoppia l’affaire Massoneria, con il post sul blog di Luciano Peccianti e l’intervista a La Nazione di Montomoli. "I dirigenti locali dei partiti - ribadisce il candidato - sapevano già della mia appartenenza al Grande Oriente d’Italia, ne avevamo parlato in una riunione e dissero che non c’erano problemi. D’altronde in consiglio comunale siedono altri tre massoni in son no o affiliati a logge estere, così come ce ne sono negli uffici dirigenziali del Comune. Dubito che la premier Giorgia Meloni abbia posto veti sulla mia candidatura, così come i vertici nazionali. Per quanto mi riguarda ho ricevuto una telefonata quando ero negli Stati Uniti da un esponente di FdI, che mi spiegava che sarebbe stato complicato continuare insieme. Poi il silenzio. Ho letto sui giornali che il divorzio era ufficiale".

Emanuele Montomoli non intende far cadere la vicenda Massoneria nel dimenticatoio. "Penso che Silvio Berlusconi troverà qualche minuto per ascoltarmi. Non voglio togliermi sassolini dalle scarpe, lo farò quando vincerò le elezioni e sarò sindaco. Mi presenterò solo con la mia lista e se questa città vuole cambiare davvero, potrà farlo solo se eleggerà me. Spero di riaprire un dialogo con il centrodestra al ballottaggio".

Poi spazio ai punti forti del suo programma, a partire dal Biotecnopolo. "Siena rischia una figuraccia sul Biotecnopolo se non ci sarà un sindaco capace di trasformarlo in un hub indistruale. Ho avviato contatti con un grande gruppo farmaceutico a Seul per aprire una filiale a Siena. Stessa cosa con Cepi, il centro antipandemico della Bill&Melinda Gates Foundation, che ha la sede europea a Oslo, ma vorrebbe aprire una succursale in un Paese dell’area Euro. Con Ban Ki-moon, ex segretario generale Onu, ci sono dei contatti per ospitare a Siena nel 2025 o 2026 il World Biological Forum. Solo un sindaco capace di queste relazioni può dare un futuro al Biotecnopolo".

Più confuse le ricette di Montomoli sulla cultura e sul Monte dei Paschi: "Bisogna partire dal 63% della banca detenuto dal Ministero del Tesoro – dice Montomoli –. intavolando un confronto per cedere il 14% del capitale a Cassa Depositi e Prestiti, scendendo sotto il 50%, e poi girare il pacchetto alla Fondazione Mps. Soluzione che mi è stata suggerita da alti dirigenti del Ministero, ed è l’unica percorribile per salvare la banca". Se lo dicono alti dirigenti del Mef...

Infine la proposta della stazione alta velocità a Creti-Bettolle, da realizzare accordandosi con il sindaco di Perugia. Ipotesi su cui lavorano le Camere di Commercio e le due Regioni.