di Massimo Cherubini
Un inizio di stagione invernale senza un filo di neve. Sull’Amiata non si ricorda da quanti anni una simile condizione non si verificava. Forse non ci sono addirittura precedenti.
Impressionanti le conseguenze. Turismo ko, presenze di sciatori azzerate. Anche l’ultimo week-end, quello dell’Epifania che finisce domani, è andato deserto. "Anzi – spiega Daniele Coppi presidente dell’Associazione Amiata Insieme – anche quei pochi clienti che avevano prenotato hanno preferito, questo è accaduto anche nel mio albergo, perdere la caparra e restare a casa. Un inizio di stagione pessimo che, almeno personalmente, non ricordo da anni. Prospettive? Guardando le previsioni meteo almeno per i prossimi dieci giorni di neve, sia dal cielo che dai cannoni, se ne vedrà poca per non dire zero".
Un innalzamento termico eccezionale. Ieri sulla vetta dell’Amiata splendeva il sole, con 8-9 gradi di temperatura. In basso, nei paesi della zona, nebbia con il termometro che registrava 4 gradi. Condizioni climatiche dunque avverse per ogni tipo di attività turistica della montagna. Con conseguenti perdite economiche ed occupazionali enormi.
"Si pensi – prosegue ancora Daniele Coppi che l’attività invernale dà occupazione diretta e indiretta a decine, anzi alcune centinaia, di persone. Tutto è andato in crisi, dai bar, ai ristoranti ai benzinai. Cambio climatico? Speriamo che sia un fatto passeggero visto che solo due anni fa, in questo periodo, avevamo quasi tre metri di neve e ora abbiamo temperature quasi primaverili".
Da questa amara esperienza però si "deve prendere spunto – dice ancora il presidente dell’Associazione Amiata Insieme – per farsi trovare pronti quando le condizioni lo permettono. Se arriva il freddo, si può attivare l’impianto di innevamento, ci devono essere le condizioni per farlo con rapidità. Ancor oggi -conclude- mi pare di capire che alcune condizioni mancano, ad iniziare da quelle di un contributo per sostenere i costi per produrre neve artificiale".
Il problema della mancanza neve investe tutte le stazioni sciistiche del centro Italia fino al punto che si alzano voci sulla richiesta di contributi straordinari in favore delle categorie del settore. Ma, come avvenuto in occasione del fermo legato al Covid, le perdite non potranno mai essere ripianate. Si pensi che in questi giorni molti alberghi dei paesi della montagna e anche della stessa parte alta sono chiusi. Insomma, un disastro.