
di Antonella Leoncini
"Siena è la città che ha conquistato il mio cuore", ripeteva Gianfranco Molteni. E non potrebbe essere altrimenti perché ciò che questo affermato antropologo e personaggio della cultura senese ha realizzato nel nostro territorio, può nascere solo da una grande passione. Da tempo soffriva di problemi ematologici, un peggioramento purtroppo è stato fatale. Ci ha lasciati ma ciò che ha realizzato è una ricchezza per il futuro. E Molteni ha fatto molto: ha aperto musei in provincia e realizzato importanti progetti.
Milanese di nascita, classe 1948, nella nostra città arrivò convinto da nonno Giovanni che anche lui a Siena ha lasciato importanti impronte. Titolare della farmacia alla Croce del Travaglio, era famoso per la sua arte: sono sue le opere la scultura nel Cortile del Rettorato e nella Contrada dell’Istrice.
Nonno Giovanni rientrò a Milano ma fu il nipote Gianfranco a percorrere il cammino verso Siena. Si iscrisse alla Facoltà di filosofia, antropologia culturale: la sua vocazione. Bruciò i tempi, gli esami e presto era già un dottore da 110 e lode. Rimase un po’ all’Università, poi gli si aprirono le porte della Pubblica istruzione. Gianfranco Molteni diventò un bravo professore di lettere e storia; e sono tanti gli studenti che lo ricordano per la sua competenza e il feeling.
A Siena aveva incontrato Anna Maria Guiducci e nel 1982 si sposarono a Buonconvento. Una di quelle unioni forti che valgono una vita, anche perché sostenuta dai figli Giovanni e Francesco, da una condivisione tatale, che li ha portati a percorrere insieme un unico cammino.
La grande passione di Gianfranco restava quella per la museografia etnografica. Ha lavorato molto e bene: ha promosso e aperto i Musei della Mezzadria a Buonconvento, dell’Antica Grancia e dell’Olio a Rapolano, della Terracotta a Petroio, del Bosco a Orgia, del Tartufo a San Giovanni d’Asso, e così via. È stato per quindici anni un pilastro della Fondazione Musei Senesi fino a quando una diversa organizzazione ha superato la stretta territorialità privilegiata da Molteni. Orientò altrove la sua esperienza: fra i protagonisti della nascita del Museo delle miniere a Castelnuovo dei Sabbioni e promotore di una rete di musei in Calabria. A Reggio aveva raggiunto Anna Maria che, dopo la direzione della nostra Pinacoteca, era stata nominata Soprintendente. Importante la presenza di Giangranco anche in altri ambienti
Molteni se ne è andato: ma la sua eredità è una ricchezza di cui il nostro territorio continuerà ad avvantaggiarsi.
La cerimonia religiosa questa mattina alle 10 alla Basilica dell’Osservanza da dove il corteo si muoverà verso il Cimitaro della Misericordia.