
L’inchiesta sulle molestie alla bidella è stata condotta dalla polizia di Chiusi
Siena, 6 maggio 2022 - Professore di 63 anni tocca il seno a una bidella che ne ha solo 24, tentando di baciarla durante una lezione di musica in un’aula della scuola dove entrambi lavorano. E’ stata violenza sessuale, ha stabilito ieri il tribunale condannando il docente alla pena di due anni e mezzo. Unitamente all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 5mila euro alla vittima, da risarcire poi in sede civile. A conclusione della camera di consiglio il collegio del presidente Simone Spina ha inoltre deciso la trasmissione degli atti alla procura affinché si valuti se c’è stata falsa testimonianza da parte di due persone ascoltate durante l’istruttoria e se può profilarsi il reato di omissione di atti di ufficio al momento a carico di ignoti.
L’approccio era avvenuto, così ha ricostruito la procura grazie agli uomini del commissariato di Chiusi, nell’ottobre 2020. La giovane bidella sapeva già suonare bene uno strumento ma desiderava riprendere la giusta dimestichezza, di qui le lezioni con il professore. Che poteva essere suo padre, quasi 40 anni di differenza fra i due. La prima volta non era accaduto nulla di strano, la successiva avrebbe invece tentato di baciarla mettendole poi la mano sul seno, palpeggiandola. "Ha attratto a sé la vittima – tuona l’avvocato Caruso di Enna che con il collega Angelo Greco assisteva la giovane, costituita parte civile – rispettando un protocollo tutto suo". Ponendo poi l’accento sul fatto che l’insegnante "ha ripetutamente negato di avere precedenti penali specifici, dichiarando con spregio delle norme, di avere il casellario pulito". La scorsa udienza il professore, difeso dall’avvocato Monica Fara, aveva raccontato di essere stato lui, in realtà, oggetto di attenzioni da parte della collaboratrice scolastica. "Come mai, allora, non l’ha denunciata per calunnia e diffamazione?", ancora l’avvocato Caruso. "Perché la mia assistita avrebbe dovuto chiamare il dirigente chiedendo di essere trasferita, perché avrebbe fatto tutto questo clamore?", aggiunge invocando la condanna aggravata dalla recidiva reiterata.
Declina alcuni passaggi delle testimonianze, il difensore del docente, sottolineando che hanno riferito di un comportamento corretto all’interno dell’istituto. "Non si può condannare oggi – spinge il legale – sulla base di reati passati risalenti a 20 anni fa. La donna ha raccontato che la condotta è durata due minuti: sono veramente tanti". Il professore, seduto accanto all’avvocato, non fa una grinza. Impassibile anche quando il pm Niccolò Ludovici chiede la condanna a 3 anni.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate fra 40 giorni, poi verrà certo presentato appello.