"Mia figlia è in ospedale. Ma senza cibo e cure"

La denuncia di una nonna: "La bimba è al nido perché prematura. La neomamma, a Campostaggia solo per l’allattamento, non ha diritto ai servizi"

Neonati in ospedale (Foto di repertorio)

Neonati in ospedale (Foto di repertorio)

Poggibonsi (Siena), 5 settembre 2022 - "Mia figlia, che ha dato da poco alla luce una bambina, nata prematura a Campostaggia, si reca in ospedale per l’allattamento e non ha diritto alle cure mediche e al vitto". E’ in sintesi il contenuto della lettera inviata a La Nazione da Isabella Bagnoli, residente a Poggibonsi, che ha voluto descrivere il quadro, all’interno di un contesto già di per sé delicato, con il quale si è confrontata la figlia dopo aver partorito.

"Mia figlia è stata ricoverata nel reparto di Ostetricia e Ginecologia per l’inizio del travaglio. La mattina seguente, a causa di complicazioni, è stata operata e ha partorito una bambina con taglio cesareo. La piccola è stata trasferita al nido, in quanto prematura, per la normale assistenza post parto, mentre la mamma si trovava ancora nel reparto. Dopo tre giorni le dimissioni della mamma, ma la neonata è stata trattenuta perché bisognosa di cure. Il paradosso, a mio parere, è questo: la mamma non può uscire a causa delle misure antiCovid e trattenendosi in ospedale solo per l’allattamento (e non più come paziente) non ha diritto alle cure mediche e al vitto".

La Bagnoli continua: "Se vuole usufruire dei pasti e della colazione deve pagare una somma giornaliera e i farmaci li deve acquistare. Inoltre non viene fornita neppure l’acqua per consumo personale. Sono amareggiata per questa situazione, che non dovrebbe sussistere nella sanità pubblica visto che paghiamo le tasse regolarmente. Mi viene anche da commentare: chiediamo scusa se la bambina è nata prematura. Quando abbiamo fatto presenti le nostre lamentele, l’alternativa che ci è stata prospettata era ‘portare il mangiare da casa’. Una soluzione non sempre praticabile, dato che non tutti i pazienti abitano vicino all’ospedale".

La Asl Sud Est, interpellata sul tema, ricorda che in riferimento a quanto descritto "i pasti sono a carico del servizio sanitario solo per gli assistiti e non per i loro familiari. Sempre con la dimissione, a tutela dei ricoverati, torna ad essere obbligatorio, nel rispetto della normativa anti Covid, il tampone prima dell’ingresso in ospedale. Ciò è necessario per garantire al massimo la sicurezza e la buona salute di tutti, sia degenti che visitatori".

Paolo Bartalini