Mensa universitaria Bandini. Incontro in Regione il 2 maggio. Rebus sul futuro del palazzo

Impossibile eseguire i lavori di adeguamento strutturale a causa della mancanza di spazio per il cantiere. Inoltre l’immobile non è atto a ospitare un servizio di ristorazione. Il rettore Di Pietra: "Subito una soluzione".

Mensa universitaria Bandini. Incontro in Regione il 2 maggio. Rebus sul futuro del palazzo

Mensa universitaria Bandini. Incontro in Regione il 2 maggio. Rebus sul futuro del palazzo

E’ finalmente arrivata la convocazione promessa da parte del presidente della Toscana, Eugenio Giani, ai due atenei senesi per parlare della mensa Bandini, chiusa dal 2021: i rettori Roberto Di Pietra e Tomaso Montanari sono attesi in Regione il 2 maggio, insieme all’Azienda regionale Diritto allo studio universitario, chiamata a trovare la soluzione per la seconda mensa mancante a Siena. E al tavolo dovrebbe esserci anche il Comune di Siena, visto che era stato il sindaco Nicoletta Fabio a chiedere un incontro con la Regione. L’ultima parola della storia infinita era stata di Palazzo pubblico, con il vicesindaco Michele Capitani che in Consiglio comunale un paio di mesi fa, rispondendo a un’interrogazione, aveva annunciato l’impossibilità per il Dsu, proprietario del palazzo in via Bandini (acquistato per 4 milioni di euro peraltro dallo stesso Comune) di realizzare i necessari lavori di ristrutturazione, perché in quel punto del centro storico non c’era abbastanza spazio per il cantiere di lavoro.

Il Dsu aveva saputo così di non poter intervenire sulla mensa, finché non è arrivata, solo qualche giorno fa, la comunicazione ufficiale del divieto ai lavori da parte del Comune. E non è il solo difetto di comunicazione: perché l’amministrazione comunale dovrà ancora dare risposte al Dsu, sul futuro dell’immobile di via Bandini, inutilizzabile allo stato attuale. Non adeguato strutturalmente a ospitare un servizio pubblico, la sola strada da percorrere è la vendita e, con gli introiti, l’acquisizione di un nuovo immobile dove fare la mensa. Qui torna in ballo il Comune, per il cambio di destinazione d’uso del palazzo, che, non atto a ospitare un servizio di ristorazione o servizi direzionali, può solo guardare all’abitabilità privata.

Certo è che i due atenei e i loro quasi 20mila studenti non possono attendere l’iter burocratico né la vendita pubblica dell’immobile di via Bandini per avere una seconda mensa in città, in aiuto a quella di Sant’Agata. La soluzione temporanea a cui qualcuno ha nel frattempo pensato è l’affitto di uno spazio cittadino; un’altra ipotesi è l’acquisto di una proprietà delle Ferrovie, in zona stazione. "Ringrazio il presidente Giani per l’incontro e la possibilità di valutare, insieme al rettore Montanari e al sindaco, le strade da percorrere. L’unica certezza è che abbiamo bisogno di una seconda mensa, subito. Dove? In un luogo fruibile a più studenti possibile", incalza il rettore Roberto Di Pietra.

Paola Tomassoni