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Maltratta 23 cani di razza: nei guai Venduti o adottati dopo la confisca

Allevatore di Monteroni sotto processo. Box troppo stretti e incuria. Alcuni erano malati

Allevava cani di razza pregiata, soprattutto da caccia, in una tenuta alle porte di Monteroni d’Arbia. Nei suoi box anche uno spinone ma gli altri esemplari erano setter e pointer che avevano vinto concorsi internazionali. Li avrebbe maltrattati, sostiene il pm Sara Faina. Nel giugno 2020, appena usciti dal lockdown, c’era stato il blitz della forestale per cui furono sequestrati. E portati in due strutture, alcuni al canile di Murlo. Il caso, che aveva fatto parlare a Monteroni dove l’uomo era molto conosciuto, è adesso davanti al giudice Francesco Cerretelli. Ieri la seconda udienza (in quella iniziale sul banco dei testimoni gli uomini della Forestale): sono stati ascoltati una responsabile dell’Asl, più tre veterinari chiamati tutti dalla procura per descrivere le condizioni in cui venivano tenuti i cani che avevano avuto modo di seguire. L’’accusa è che fossero stati custoditi in box troppo stretti e in condizioni non compatibili con il benessere animale. Alcuni, poi, erano anche malati: chi la congiuntivite, chi l’otite. Con patologie che sarebbero stati segni di un’incuria profonda degli animali. Ne vennero come detto sequestrati 23, due sarebbero deceduti al canile di Murlo. Tutti gli altri sono già stati confiscati, parte di essi venduti e altri dati in adozione. Nella prossima udienza saranno ascoltati tre veterinari dell’Enpa che aveva preso in consegna, dopo la chiusura della struttura, alcuni dei cani. L’imputato, difeso dall’avvocato Josef Mottillo, dopo il primo blitz nell’allevamento aveva eliminato le criticità segnalate. Ma non è bastato.

La.Valde.