L’urlo dei commercianti: "Fateci riaprire"

Martedì la manifestazione a Firenze e l’incontro con il prefetto. Pracchia, Confcommercio: "Ogni minuto che passa chiude un’azienda"

Immagine di repertorio

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Gli imprenditori del terziario si preparano a manifestare, martedì, a Firenze, all’urlo di "Fateci riaprire o riapriamo da soli", che più che uno slogan suona come un ultimatum. Da domani la Toscana torna in zona arancione, a parte qualche comune, e con essa riapriranno alcune attività, ma per altre invece cambierà poco o niente. Non è una novità. Il meccanismo dei colori è entrato di prepotenza a far parte della quotidianità a tal punto che le serrande si alzano e si abbassano ormai in automatico, nella rassegnazione totale, ma la pazienza sembra essere esaurita.

Dopo le varie proposte avanzate nel tempo, come quella nata nel pisano di organizzare le vendite su appuntamento per i negozi in zona rossa, le associazioni di categorie decidono di passare nuovamente alla mobilitazione. "C’è una categoria disperata che sente di non avere più futuro, che da più di un anno ha risposto a ciò che gli è stato chiesto senza avere indietro niente, solo il sentimento di essere usata come capro espiatorio – sottolinea il direttore di Confcommercio Siena Daniele Pracchia – Le nostre aziende sono chiuse, ma i contagi continuano a salire, quindi il loro sacrificio è inutile. È evidente che la diffusione della pandemia ha altre origini, così com’è sotto gli occhi di tutti che mentre i nostri locali sono chiusi, gli assembramenti altrove continuano". Ci sarà anche una rappresentanza senese al presidio organizzato da Confcommercio Toscana, alle 11 davanti alla prefettura del capoluogo. In quell’occasione ci sarà un incontro con la prefetta Alessandra Guidi alla quale verrà consegnato un documento con le richieste da far arrivare al governo. In contemporanea, a Roma, ci sarà un grande evento organizzato da Fipe e Confcommercio nazionale, al quale parteciperanno i presidenti provinciali di categoria da tutta Italia e il presidente nazionale Sangalli. Le iniziative si incroceranno poi in diretta televisiva: alle 11.30 è previsto un collegamento con Firenze.

"Sul tavolo ci sono temi urgenti: si gioca davvero con il futuro delle persone e delle aziende. Affitti, ristori, la cassa integrazione da prolungare, i vaccini da completare in tempi velocissimi, la web tax e un piano per il rilancio delle aziende, del turismo, dei centri storici – continua Pracchia senza addolcire la pillola – Non si può più aspettare. Ogni minuto che passa è una azienda che chiude. Tra calo vertiginoso dei consumi e costi che nessuno ha tagliato, senza entrate né prospettive, siamo morti che camminano. E con noi morirà la parte più viva e vitale del paese che garantisce servizi, accoglienza, sicurezza nelle grandi città come nei piccoli centri". E se anche la mobilitazione e la ricerca del confronto non dovessero avere i frutti desiderati, ecco pronto il piano c: "Finora siamo stati ligi alle regole, abbiamo scritto lettere e documenti, discusso ai tavoli, cercato tutte le casse di risonanza possibili per far arrivare a chi di dovere le nostre istanze – continua Pracchia – Ora la misura è colma. Le nostre attività chiedono una data certa in cui poter ripartire, tutti senza esclusione, altrimenti faremo da soli. Fisseremo noi una data in cui riaprire negozi, ristoranti, bar, palestre, cinema e teatri che da troppo tempo sono chiusi o fortemente limitati nell’attività".

Teresa Scarcella