"Nel 2009 il Codice rosa dell’Asl di Grosseto era una squadra con tanti occhi, ma un unico sguardo verso un solo orizzonte. Da quella piccola realtà il Codice Rosa è diventato una Rete in Toscana e oggi un modello per tutto il Paese. E fare squadra, o ’unire i puntini’ come dico io, è guardare nell’unica direzione, parlare insieme e costruiire insieme un percorso di sostegno alla donna, che sia agevole e sicuro. Su questa strada si va avanti, si può anche tornare indietro, ma comunque lavorare continuamente, per migliorare il metodo, adattarlo alla situazione e ai tempi". Da ieri ad oggi chi ha fatto strada, ma ne ha ancora tanta da fare, è la dottoressa Vittoria Doretti, senese, Mangia d’oro nel 2018, coordinatrice della Rete regionale Codice Rosa, direttrice del dipartimento Promozione della salute ed etica della salute della Asl Toscana sud est e dal 2021 consulente della Commissione di inchiesta sui femminicidi del Senato, appena nominata nel comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e sulla violenza di genere costituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari opportunità e presieduto dalla ministra per le Pari opportunità. La dottoressa Doretti ricoprirà il ruolo per tre anni: la mamma del ’codice rosa sanitario toscano’ sarà l’osservatore speciale sul male della società di oggi, quella violenza divenuta ordinaria follia quotidiana. Come inizia questa storia? "Il progetto Codice Rosa è nato nel 2009 all’Asl di Grosseto ed è poi diventato il fulcro di una Rete regionale fortemente operativa contro la violenza su donne, bambini e anziani, in termini di prevenzione, assistenza e cura". Il percorso inizia dalla sanità ma non si esaurisce li, vero? "La Rete regionale collega e coordina tutte le forze che all’interno del servizio sanitario toscano lavorano per offrire alle vittime di violenza un ...
© Riproduzione riservata