REDAZIONE SIENA

L’omaggio a Rubacuori: "Siena lo ha amato molto"

La moglie Graziella ricorda il fantino del Palio della Pace scomparso nel 2013

L’omaggio a Rubacuori: "Siena lo ha amato molto"

Il 26 maggio 2013 ci lasciava Gioacchino Calabrò, per i senesi di ogni generazione il mitico fantino Rubacuori, protagonista assoluto del Palio della Pace del 1945. Oggi lo ricordiamo anche come stimato professionista, nel suo lavoro di tutta una vita, l’avvocato, l’uomo di legge, che ha collaborato con i grandi del suo tempo. Ma indubbiamente, quando tornava nella ’sua’ Siena sapeva tornare nei panni dell’uomo che ama il Palio e soprattutto lo ha ben compreso, nei suoi significati più nascosti.

Parla di lui la moglie Graziella Calabrò: "Caro Rubacuori ho capito il significato del drappellone. Quello che mi sembrava un pezzo di stoffa dipinto a mano, sia pure da un pittore famoso, ho scoperto che è invece uno scrigno pieno di tesori,e il cuore di tanti uomini e donne che battono all’unisono dopo che i rintocchi del campanone finiscono per lasciare il posto a quelli di una campanina e la voce di tantissimi che cantano tutti insieme con un unica voce,e abbracci, baci, lacrime di gioia e di disperazione, e rispetto fratellanza solidarietà nel termine più puro della parola. Cavalcare un cavallo agile bravo e coraggioso e lo sforzo minore,rappresentare quello tsunami di sentimenti sembra praticamente qualcosa di impossibile".

"E tu amato Rubacuori, hai fatto nella sua accezione più grande e più completa! Come fossi nato a Siena – conclude la signora Graziella – dove hai voluto morire ecco perché hai desiderato chiudere i tuoi anni di vita terrena in questa città che ti ricorda sempre facendoti continuare a vivere e che ti ha amato e ti ama ancora. Come me". E così, come se un cerchio si fosse chiuso in bellezza e che offrisse spazio al ricordo e soprattutto alla buona memoria di tutti i contradaioli.

Massimo Biliorsi