
"L’immunoterapia dona anni di vita Il senso rivelato da Michela Murgia"
Il professor Michele Maio, direttore del centro di immunoterapia oncologica al Policlinico Le Scotte, ovviamente non può confermare né smentire che Michela Murgia, la scrittrice premio Campiello con ’Accabadora’, sia in cura presso il centro senese. E che sia proprio Maio il "genio dell’immunoterapia" che ha convinto la scrittrice a gestire il tumore al rene con cui è costretta a convivere da tempo. "Mi sto curando con un’immunoterapia a base di biofarmaci. Non attacca la malattia; stimola la risposta del sistema immunitario - ha confessato Michela Murgia nella splendida intervista al Corriere della Sera -. L’obiettivo non è sradicare il male, è tardi, ma guadagnare tempo. Mesi, forse molti".
Professor Maio, è questo il segreto dell’immunoterapia?
"Penso che la chiave dell’intervista stia proprio nel chiedere più tempo a disposizione. L’immunoterapia, quando funziona, ha come risultato principale quell di aumentare la sopravvivenza a lungo e a lunghissimo termine dei pazienti. Sopravvivono più a lungo rispetto ad altri trattamenti chemio terapici. La scrittrice ha interpretato molto bene il senso dell’immunoterapia, quando ha detto ’voglio regalarmi più anni di vita’. E’ uno dei nostri caposaldi, regalare anni di vita vera ai pazienti, tempo durante il quale potranno fare ciò che vogliono nella stragrande maggioranza dei casi".
Michela Murgia afferma che non ha senso operarsi con un tumore al quarto stadio.
"Al quarto stadio della malattia è difficile incidere con terapie mediche. Non si agisce mai con la chirurgia, la malattia è diffusa in organi diversi e non avrebbe senso. Per quanto riguarda le metastasi cerebrali, è un argomento sul quale si sta concentrando un’importante attività di ricerca. Il dogma, fino a qualche anno fa, era che la terapia non poteva funzionare quando la malattia colpiva a livello cerebrale. Questo, per fortuna, è stato ampiamente smentito, almeno per alcune patologie".
Vuole dire che le metastasi cerebrali si possono curare?
"Anche una malattia al quarto stadio, diffusa a livello cerebrale, può essere tenuta sotto controllo. Abbiamo contribuito attivamente a questo sviluppo anche dal centro di Siena. Oggi sappiamo che più della metà dei pazienti di metastasi da melanoma può vivere anche altri 5 anni. Prima la sopravvivenza era questione di pochi mesi".
Può accadere che l’immunoterapia sconfigga il cancro?
"Quando la vita si allunga di anni può accadere che la malattia scompaia del tutto. Non sappiamo se siano guariti, ma il dato di fatto è che il cancro non c’è più in molti pazienti. E anche in questo l’analisi di Michela Murgia è perfetta nella sua essenza".
Servono testimonial come lei, che ha ricevuto migliaia di messaggi dopo l’intervista, anche dalla premier Meloni, per abbattere definitivamente reticenze e tabu sul cancro?
"Assolutamente sì. Sono convinto che i pazienti testimonial, che fino a qualche anno fa in Italia non raccontavano la loro malattia vista come tabu, sono fondamentali perché trasmettono le loro esperienze di vita che noi, come medici, non riusciamo a interpretare fino in fondo. Per darle un’idea di quanto sia convinto dell’utilità di raccontare vite vere, due anni fa abbiamo aperto un convegno internazionale a Siena con la storia di una paziente americana. Una ragazza che aveva tratto enorme beneficio dall’immunoterapia per la cura del suo tumore al colon retto. L’anno scorso una nostra paziente, italiana in questo caso, ha aperto lo stesso convegno di immuno oncologia, introducendo il premio Nobel per la Medicina Jim Allison. Premiato a Stoccolma proprio per i suoi studi sull’immunoterapia".
E’ un incentivo a rivelare anche mali terribili che ti colpiscono, in modo che siano più vulnerabili e curabili?
"Anche le associazioni per la lotta al cancro che finanziano la ricerca usano, in senso buono, i pazienti che curiamo a Siena con l’immunoterapia. Per provare con storie vere i risultati raggiunti e i successi nelle cure. L’Associazione italiana per la ricerca sul cancro sta inviando oltre due milioni di lettere in questi giorni per chiedere supporto alle loro attività. E hanno usato il centro senese di immunooncologia per chiedere fondi. Sono convinto che sia il metodo più efficace per curare la malattia".