Sarà un’assemblea dei lavoratori, convocata per oggi alle 14, a decidere gli sviluppi del confronto ormai chiaramente aperto tra i dipendenti del punto vendita Lidl di Sinalunga e la direzione aziendale. A sua volta il marchio ha cinque giorni di tempo per giungere alla conclusione delle proprie verifiche e per intervenire, prendendo le decisioni conseguenti. Sul piano operativo sono questi i due fatti principali emersi dal tavolo, tenutosi online, che ieri mattina ha visto confrontarsi i lavoratori sinalunghesi, assistiti dal sindacato, e la direzione della Lidl. Come si ricorderà, a far deflagrare la situazione è stato il malore accusato da un lavoratore a seguito di un rimprovero ricevuto dalla direttrice del supermercato proprio per aver partecipato ad un’assemblea; la responsabile ha poi anche impedito ai soccorsi sanitari di intervenire, rifiutandosi di aprire le porte del negozio, in quel momento (non erano ancora le sei del mattino) chiuso al pubblico.
I fatti sono stati rievocati nell’incontro: Lidl ha confermato la volontà di proseguire nell’accertamento delle circostanze indicate dalla stesso dipendente alla Filcams-Cgil di Siena ma continua a prendere le distanze dall’accaduto, ribadendo che metodi del genere non rientrano nelle sue abitudini né che sono stata mai date ai responsabili indicazioni del genere; da parte loro i lavoratori e il sindacato, oltre ad aver confermato lo stato di agitazione già in atto ed aver convocato l’assemblea, hanno denunciato un clima interno che richiede assolutamente interventi. "L’episodio del dipendente maltrattato dalla responsabile – spiega Massimiliano Fabozzi, membro della Segreteria Filcams Cgil di Siena, che ha partecipato all’incontro – è solo la punta di un iceberg. L’assemblea che lo ha preceduto era stata convocata proprio per esaminare i problemi più gravi e urgenti che affliggono quel posto di lavoro; e l’intenzione del personale era quella di proclamare uno sciopero. Fino a otto mesi fa il sindacato non era presente nella Lidl di Sinalunga - prosegue Fabozzi -, ora abbiamo una rappresentanza dei lavoratori e un delegato alla sicurezza. Conosciamo quindi bene il clima, pesante, che già regnava in quel luogo di lavoro: abbiamo venti punti da verificare, pretendiamo che siano applicate le leggi, i contratti e anche l’integrativo aziendale vigente alla Lidl". Il sindacato appare quanto mai determinato, in ballo ci sono questioni centrali come la salute e la sicurezza e il rispetto dei diritti sindacali.
Diego Mancuso