REDAZIONE SIENA

"Quest’anno non scendo". Nostalgie e ironie di 'Casa Surace'

Il libro al caffè Fonte Gaia

Foto di gruppo degli autori del libro 'Quest’anno non scendo'

Siena, 15 dicembre 2018 - Siamo abituati a vederli davanti a una telecamera e sui social, oggi i loro video da milioni di visualizzazioni sono racchiusi in un libro. Stiamo parlando di Casa Surace, un gruppo di ragazzi che con ironia racconta cosa significhi nascere al sud e vivere al nord. Smontano stereotipi, parlano di tradizioni, valori, li ricordano a chi ha lasciato la sua terra e li spiegano a chi li guarda con qualche pregiudizio di troppo.

Il libro, che oggi presentano a Caffè Fonte Gaia dalle 18.30, racconta di Antonio Capaccio, ragazzo del sud trapiantato al nord, dove ha trovato lavoro. Il traguardo ha però delle conseguenze, una fra tutte sconvolge la madre: Antonio non può tornare a casa per Natale. Da qui inizia una serie di avventure che si intrecciano e coinvolgono altri personaggi. Quella di Antonio è la storia di tutti gli studenti fuori sede. Nati in piccole realtà che ad un certo punto sono costretti a lasciare. Con valigie piene di aspettative (e di cibo) arrivano in un’altra città che non senza qualche difficoltà diventerà la loro seconda casa. Ma quella mancanza, quella lontananza è una sensazione che non ti molla, che cerchidi colmare con «il pacco da giù», grazie al quale sentire odori e sapori di casa anche a 800 chilometri di distanza.

E dopo l’università c’è il lavoro. Sempre lì, lontano da casa. Proprio come Antonio. La possibilità di non poter ‘scendere per le feste’ si fa terribilmente concreta e il magone è inevitabile. Natale significa famiglia (fino al terzo grado di parentela), significa svegliarsi col profumo di dolci fatti in casa, lunghe tavolate, pranzi che si confondono con le cene, giocare a Tombola cercando di capire i numeri nel caos. Trascorrerlo lontano da casa è difficile da immaginare ed è per questo che la telefonata di Antonio provoca una reazione: la famiglia decide di raggiungerlo a Milano.

«Il libro prende spunto da uno dei nostri video – spiegano gli autori di Casa Surace - quello in cui alcuni ragazzi comunicavano ai propri genitori che non sarebbero tornati a casa per Natale. Le reazioni dei genitori, alcune molto colorite, hanno superato le nostre aspettative». Le firme sono quelle di Simone Petrella, Alessio Strazzullo, Daniele Pugliese e Renata Perongini. I loro volti non appaiono spesso nei video, ma a Casa Surace vivono più persone di quello che sembra.

«Siamo una grande famiglia – continuano – . Il progetto è nato per scherzo da 5 ragazzi, tutti della Campania, tra Sala Consilina e Napoli, ora siamo una realtà ben struttura di una ventina di persone, 150 se contiamo tutti i parenti». Scherzano, ma fino ad un certo punto. La star del momento è infatti nonna Rosetta, i suoi piatti hanno raggiunto i palati degli chef più famosi d’Italia. «Ha scoperto di essere famosa un mese fa. A un evento salutava tutti come se li conoscesse, facendo finta di ricordarsi di loro».

Un tour fuori dagli schemi: la presentazione del libro si trasforma in una tombolata, (i premi si possono immaginare) e ad ogni tappa i ragazzi portano un pacco a chi è non può tornare a casa per le feste. «Abbiamo raccolto e scelto le storie che ci hanno colpito di più: una ragazza incinta, un immigrato, chi non ha i soldi per il viaggio. Qui a Siena lo porteremo ai bambini ricoverati nel reparto di Chirurgia pediatrica».

Teresa Scarcella