
Per questo Palio che non c’è ci restano, per fortuna, "Brividi" della memoria, in questo caso fotografica. Si inaugura il 16 agosto (ore 19) al Bar Romana (via Pantaneto 155) la mostra di Andrea Lensini. Il tema è allettante e anche una sorta di prova di abilità, professionalità, ma anche di intuizione tutta senese, trattando le cadute dei fantini, ma non solo: "Avevo il desiderio di fare un’esposizione sul Palio, ma andando oltre i rituali della corsa o del giubilo. Ed ecco una selezionata scelta di fantini che cadono, il che poi significa non solo scatti particolari, ma come cercati, intuiti, voluti, perché sappiamo che in quel minuto tutto può accadere e fermare le cose nel tempo è difficile". A queste foto ne hai aggiunte altre del ricco e glorioso archivio Grassi? "Si, ho messo altre immagini che possono anche spiegarci la trasformazione dello spettatore. Si riferiscono ai palchi di qualche decennio fa, dove troviamo quello che oggi è inesorabilmente sparito, ovvero persone sedute una completamente diversa dall’altra, per abbigliamento, età, atteggiamento. Allora tutti insieme, cosa che oggi non troviamo più. Altro modo per far comprendere quanto il Palio sia cambiato". C’è un tuo scatto a 12 anni: "Si, fatto proprio dopo essere sceso con la mamma da uno di quei palchi. Mi ritrovai davanti Benito, il mito del momento. Con la macchina che mi aveva dato il babbo scattai, lo feci da molto vicino. Il cavallo fece un movimento e io, dopo aver scattato, caddi all’indietro. Ma ormai la foto era fatta e la testa di Benito viene fuori con tutta la sua fiera bellezza. Con quella immagine vinsi anche un concorso". Brividi perché sappiamo che le emozioni si susseguono ininterrotte per tutti i quattro giorni, brividi che Lensini ferma nel tempo, perché anche la caduta è un attimo storico, che cambia spesso il destino di questi protagonisti. La fotografia rispecchia la bellezza drammatica del Palio. La mostra resta aperta fino al 30 settembre.
Massimo Biliorsi