"Le vittime della centrale di Suviana. Per il gioco di appalti e subappalti"

La manifestazione a Poggibonsi e la polemica di Alice D’Ercole, segretaria Cgil

"Le vittime della centrale di Suviana. Per il gioco di appalti e subappalti"

"Le vittime della centrale di Suviana. Per il gioco di appalti e subappalti"

Non ci sono centrali idroelettriche nel Senese ma due centrali geotermiche di Enel Green Power, a Radicondoli e Piancastagnaio; e anche qui, dopo la tragedia di Suviana, si alza l’attenzione sulla sicurezza degli impianti e nei luoghi di lavoro.

"Chi si immaginava un disastro così in un’azienda come Enel. Un’azienda di servizi che non punta più sulla qualità ma solo al profitto e ai dividendi per gli azionisti", così ieri è intervenuto, alla manifestazione Cgil e Uil a Poggibonsi, Giacinto Colosimo, delegato Filctem Cgil e dipendente Enel nella sede di viale Toselli. "Forse non sapete – ha proseguito - che noi lavoratori siamo in vertenza da mesi perché l’azienda va avanti con le esternalizzazioni. In un’azienda che dovrebbe essere esempio per le altre, questi incidenti non sono accettabili".

Una testimonianza toccante quanto puntuale dopo la tragedia in Emilia Romagna, dove "quegli operai rimasti vittime dell’esplosione nella centrale non si sapeva nemmeno per chi lavorassero – incalza Alice D’Ercole, segretario provinciale Cgil -. Non sono morti bianche queste, ma, a Esselunga prima e ora a Enel, sono stragi che hanno responsabilità precise. E’ frutto del ‘gioco’ di appalti e subappalti, in una catena nella quale la sicurezza non è contemplata e il controllo sul lavoro inesistente. Il costo del lavoro al ribasso ha la meglio, con l’unico obiettivo del profitto ormai perseguito dalle aziende"".

Gli operai morti e ancora dispersi a Suviana erano in effetti dipendenti di ditte in appalto da Enel, con Enel stessa che si è dichiarata danneggiata. "Non c’è controllo su appalti e subappalti – ancora la segretaria D’Ercole - e la responsabilità è anche dell’azienda che affida il lavoro, che deve farsi garante della sicurezza dell’impianto e di chi vi lavora. Le vite dei lavoratori non sono sacrificabili alla logica del costo del lavoro al massimo ribasso. Ogni anno invece ci sono oltre 500mila vittime, numeri che fanno rabbrividire. E’ ora della patente a punti per il lavoro: se un’azienda ha denunce o infortuni deve recuperare facendo formazione e investire in sicurezza. E la retribuzione dei lavoratori in appalto deve essere equiparata a quella dei dipendenti, di cui fanno lo stesso lavoro".

Paola Tomassoni