
Organizzatore della scuola Rock factory, ideatore di eventi, chitarrista dei Raining Nails "Tante iniziative, ma siamo da record negativo nazionale per l’assenza di luoghi per suonare".
È una delle figure cardine del rock senese, come musicista e come organizzatore della scuola di musica Rock Factory, che ormai ha superato per docenti e allievi uscenti i confini cittadini. Giacomo Paradiso, artista multiforme, curioso e pieno di entusiasmo. Oggi come ieri.
Intanto, come dividi la tua attività di musicista da quella di gestione della scuola?
"Mi sono sempre diviso fra l’essere un musicista e il direttore di Rock Factory. Prima di aprire la scuola ero nel direttivo di Siena Rock dove ho imparato come si gestisce un’associazione mentre parallelamente ho portato avanti la mia formazione e la mia esperienza come Insegnante. Negli anni ho inoltre sempre portato avanti progetti musicali che mi portassero ad una crescita come musicista, sia nell’ambito live sia nell’ambito discografico. Certamente ho pochissimo tempo libero e spesso mi avvalgo dei miei collaboratori e membri del direttivo di Rock Factory: Riccardo Foggy Biliotti, Valeria Mazzola e Michael Deidda a cui delego spesso e che garantiscono l’apertura della sede, lo svolgimento delle lezioni, l’organizzazione dei nostri eventi oltre che alla comunicazione social. Inoltre il nostro staff è composto da 13 insegnanti che fanno un lavoro incredibile! Sono fortunato, negli anni abbiamo formato un gruppo fantastico!".
Cosa fa il Giacomo Paradiso musicista?
"Spesso me lo chiedo anche io! A parte gli scherzi! Mi divido fra l’essere il chitarrista della band Raining Nails che a breve pubblicherà il suo secondo disco e si sta preparando per le prossime date e insegno chitarra".
Parlaci della scuola. Come si sta sviluppando questo ormai consolidato progetto?
"Oltre alle lezioni di musica, abbiamo creato vari laboratori didattici che sfociano in eventi di musica live. il direttivo ha lavorato a stretto contatto con i locali senesi stabilendo molte collaborazioni con essi e questo ci ha permesso di organizzare quest’anno 18 eventi per la città. Abbiamo il Feel the voice al Tubo con la direzione artistica di Gianluca Polvere dei Deschema, la Metal night e il Synthesia in collaborazione con Sala nera alla Corte dei Miracoli, il Band A-Live spettacolo itinerante che coinvolge le band dei nostri allievi e a breve la novità Open nightdi Rock Factory (10 maggio al Badabono) un’intera notte che vedrà presenti parte dei progetti di Rock Factory: la presentazione del nuovo libro del nostro insegnante Numa Nardoni, la mostra fotografica del nostro corso di fotografia tenuto da Senio Firmati e l’esibizione del Band A-Live (Musica basica, Compagnia indipendente di poesia e musica, Ova, Summer Evening). Inoltre abbiamo aderito tramite la Misericordia di Siena al progetto Si-Sienasociale e tramite l’associazione I Topi Dalmata al progetto Sex & Drama & Rock‘n’Roll che vedrà la creazione di due eventi live e la partecipazione degli allievi di Rock Factory a un corso di teatro tenuto da Margherita Fusi. Ultima, ma non meno importante, abbiamo ripristinato la Jam session tramite il suo direttore artistico Matteo Guerrini".
Arriviamo alla situazione musicale a Siena. Sicuramente hai alcune cose da dire proprio in questa doppia veste. Come vedi il momento e soprattutto cosa si dovrebbe fare?
"Non si è mai vista una situazione così sbilanciata verso il basso per quel che riguarda la possibilità di avere spazi per la musica live. Purtroppo la politica per anni si è girata dall’altra parte, per anni si è addirittura detto che gli eventi sprecavano denaro a danno di altri settori riducendo praticamente a zero il contributo pubblico alla cultura. Abbiamo perso la Città aromatica, la Festa europea della musica, i concerti in piazza del Campo, la Notte bianca e adesso scompaiono i piccoli locali di musica live. I regolamenti per la musica dal vivo limitano in maniera insensata gli eventi. Non ho la ricetta per una soluzione ma posso dire cosa si sta facendo al riguardo. Intanto bisogna dire che è stata costituita l’associazione Siena città della musica, di cui sono consigliere, il cui scopo è diventare fondazione per poi poter coadiuvare ed incentivare le attività musicali della città. Stiamo valutando anche ipotesi per quello che riguarda l’individuazione di spazi da adibire agli eventi. Tramite Siena città della musica, ho presentato con Rock Factory un progetto di riqualificazione della stazione abbandonata di Isola d’Arbia che vedrebbe la creazione di un auditorium da 500 posti e vari spazi interni da adibire ad attività culturali, fra cui la musica".
In che tempi lo immagini?
"Di certo non è una soluzione immediata ed economica ma bisogna incominciare a capire che, senza un supporto di politiche rivolte alla cultura, nella nostra città non rimarrà nessun luogo dove esibirsi, un record nazionale in negativo che danneggia tutta la filiera del settore musicale sia sul piano economico sia sul piano culturale. Servono investimenti e progetti reali, tangibili che possano in un futuro autosostenersi da soli e essi stessi creare economia in un settore che vede Siena ai primi posti per qualità della didattica e la qualità assodata delle band presenti sul territorio senese che vanta una notevole storia dalla classica, passando al rock e arrivando al jazz".