REDAZIONE SIENA

L’attentato a Kabul Medaglia al parà morto

E’ stata consegnata due mesi fa alla moglie di Antonio Fortunato. Baschi rossi senesi rientrati. dalla zona di Herat a giugno

"Era un paracadutista". Una frase che recava in sé il senso profondo di una scelta di vita, quella compiuta da Antonio Fortunato. "Era un paracadutista", non si stancava di ripetere, fra le lacrime e distrutta dal dolore, alle amiche che riuscivano a superare il filtro dei militari, schierati fuori dalla palazzina dove viveva, la moglie Gianna Passeri. Fortunato era caduto poche ore prima a Kabul, in Afghanistan. Era il settembre 2009, ci fu un attentato. Morirono in sei. Sono passati tanti anni dalla tragedia ma è rimasta intatta la scelta di vita della famiglia Fortunato. Quella della discrezione e del rispetto della divisa indossata con onore dal parà della Folgore in una delle molteplici missioni che hanno visto impegnati i baschi rossi della caserma Bandini in quel Paese ora nel caos. L’ultima terminata proprio con il rientro del contingente a Siena, nel giugno scorso, dopo sette mesi trascorsi in Afghanistan. Erano nella zona a sud di Herat, nella provincia di Farah situata nella parte occidentale del paese. "Una missione che non tollera errori", aveva detto il comandante, il colonnello Lorenzo D’Addario.

C’è sempre stato dunque un filo che ha legato costantemente la nostra città al Paese da cui tanti ora fuggono, dopo il ritiro delle truppe Usa, tornato nelle mani dei talebani. Dove ora si sparge altro sangue e le donne ripiombano nella paura. Un filo che non si dimenticherà, come il tributo di vite. Quella di Antonio Fortunato, per esempio. Proprio il 2 giugno scorso, in prefettura, in occasione della Festa della Repubblica, alla moglie del capitano della Folgore Gianna Passeri morto nell’attentato di Kabul è stata consegnata la medaglia d’oro di ’vittima del terrorismo’. Con lei c’era anche Martin, un bambino quando il padre morì, rimasto nel cuore dei senesi perché, aveva solo 7 anni, indossò il basco rosso da parà mentre dava l’ultimo saluto al suo ’gigante buono’. Papà Antonio, appunto.

La.Valde.