
di Pino Di Blasio
SIENA
Qualcuno lo ha definito un artista dello sport italiano. Per qualcun altro è colui che sa come trasformare i problemi in opportunità. Questo in virtù della capacità di saper osservare in campo lungo temi, prospettive e possibili soluzioni del movimento sportivo del Paese. Mettete insieme poesia e prosa, e avrete il profilo del senese Diego Nepi Molineris, 52 anni, una vita al Coni, poi dg e ora nuovo Ad di Sport e Salute Spa. Dopo aver rivoluzionato i grandi eventi sportivi in Italia rendendoli dei pezzi unici, è impegnato in una sfida cruciale e definitiva: ridisegnare radicalmente il concetto di pratica sportiva nel Paese. Dal centro alle periferie, dal Foro Italico alle tante (troppe) Caivano d’Italia, dalle palestre alle piscine fino ai campetti e gli stadi, in un quadro generale che non ammette pause nè distrazioni.
Diego Nepi Molineris, che effetto le fa essere uno degli uomini più influenti dello sport italiano?
"Se per influente intendiamo qualcuno che vuole incidere sul nostro sistema sportivo per migliorarlo con idee, lavoro di squadra e maniche della camicia arrotolate, allora sì, voglio e posso ‘influire’, eccome".
Sport e Salute ha tra le sue mission l’aumento del numero di praticanti sportivi di base e nelle scuole. Com’è che si fa?
"Da senese, contrada dell’Istrice, conosco bene l’appartenenza e la tradizione. Sono due concetti di ispirazione fondamentali per cambiare l’affresco impiantistico e culturale dello sport italiano. Per riprogettarlo, bisogna andare nei nostri quartieri per registrarne usanze, gusti e tendenze. Le faccio un esempio: in un quartiere dove lo sport dominante è il basket, è in quella direzione che si dovrà andare, irrobustendone il quadro impiantistico e sostenendo le realtà sportive locali perché non si creino strutture che poi si rivelano cattedrali nel deserto. Sul tema delle scuole l’approccio è opposto: è nostro dovere creare un numero di opzioni il più alto possibile in ogni istituto così da indirizzare genitori e bambini verso la scelta giusta. Quante volte i nostri figli hanno smesso di fare sport perchè obbligati a scegliere una disciplina che non era nelle loro corde?".
E come si declina questa ‘appartenenza’?
"Dobbiamo ascoltare i nostri ragazzi, parlare con loro, aprire a un confronto che ci faccia capire quale sia il mondo sportivo che sognano e vogliono. Il nostro compito sarà tramutare quel sogno in luoghi di sport".
Nella vostra mission, vi sono argomenti delicati da affrontare: inclusione, scuola, sport sociale.
"Il gioco di squadra è basilare per vincere le partite più difficili. Con il presidente Marco Mezzaroma, lavoriamo alla creazione di un solido tessuto con gli organismi sportivi e le istituzioni seguendo gli indirizzi del ministro dello Sport Andrea Abodi, con il quale l’identità di vedute sui grandi temi e le loro prospettive è totale. L’idea è quella di creare una vera e propria ‘terrazza sinergica’ affacciata sulle esigenze dello sport del Paese".
E poi ci sono gli investimenti; avrebbe a disposizione un’ingente mole di risorse.
"Un esempio: nei primi mesi del 2023 abbiamo messo in campo 34 milioni di euro. Nel mese di settembre si snodano 90 progetti negli istituti penitenziari per adulti e minori, 160 per lo sport di base del terzo settore e 220 isole di sport nei parchi. Con il ministro Abodi stiamo viaggiando spediti verso gli obiettivi e abbiamo di recente stanziato 80 milioni di euro per i progetti ’Inclusione’, ’Quartieri’, ’Sport nei Parchi’ e ’Carceri’, sempre considerando lo sport come nel motto dei moschettieri di Dumas: uno per tutti, tutti per uno".
Tra le sue competenze c’è anche la gestione di un gran numero di eventi di livello mondiale?
"I grandi eventi sportivi devono attivare nei giovani un processo di immedesimazione. Ha presente il ragazzo che va al concerto dei Coldplay, torna a casa e chiede ai suoi di comprargli una chitarra? Ecco, questo rito di emulazione deve innescarsi anche con lo sport, riflettendosi su pratica di base e scuole".
Lo sport senese, dal calcio al basket, sta vivendo un momento di grande crisi. E’ preoccupato? Sport e Salute può avere un ruolo?
"Guardi, per Siena come per ogni centimetro quadrato del nostro Paese, noi ci siamo. Lo sport vive fisiologicamente di alti e bassi, ma la strada è lunga e per Siena dobbiamo pensare allo sforzo di un maratoneta. Lui sa bene che quando le energie sembrano abbandonare il corpo e la vista si annebbia quello è il momento in cui coraggio e motivazioni faranno la differenza, dando tutto sé stessi. Ecco, so quanta determinazione, voglia di non arrendersi c’è a Siena e questo alla fine farà la differenza".