Lancia acido contro i vicini Condanna e lettera di scuse

La 44enne di Chianciano ha patteggiato un anno e mezzo dal gup Rocchi. Dovrà anche svolgere lavori di pubblica utilità più fare un percorso al Serd.

di Laura Valdesi

SIENA

Capace di intendere volere, così era stato stabilito dal tribunale. I quattro anni da incubo che ha fatto trascorrere ai vicini di casa, tartassati dalle ’gesta’ della 44enne di Chianciano che li ha anche minacciati di morte oltre a lanciare acido muriatico dalla finestra della sua abitazione, sono stati frutto di un comportamento consapevole da parte della donna. Costretta da tempo a recarsi ogni giorno a firmare alla caserma dei carabinieri, ieri per chiudere il conto con la giustizia ha scelto di patteggiare il fardello di episodi che le venivano contestati dal pm Siro De Flammineis, anche se ieri a sostenere l’accusa in aula c’era il sostituto Niccolò Ludovici. Un anno e mezzo la pena per reati che vanno dalle minacce al danneggiamento, alle lesioni. Il gup Jacopo Rocchi ha concesso la condizionale subordinata però allo svolgimento da parte della donna di lavori di pubblica utilità, più una lettera di scuse alle parti offese e all’effettuazione di un percorso presso il Serd, il Servizio per le dipendenze patologiche. In tribunale ieri non c’erano i vicini di casa, presente invece l’imputata difesa dall’avvocato Maria Teresa Fasanaro.

Ne ha combinate davvero di tutti i colori, la 44enne, dal 2018 alla scorsa estate nonostante le chiamate disperate della famiglia vittima delle sue attenzioni ai carabinieri. Tanto che grazie al lavoro svolto dai militari era scattato l’obbligo di firma che, però, lei non sempre aveva rispettato. Erano proseguite le persecuzioni nei confronti dei vicini di casa a cui aveva addirittura lanciato candeggina dalla finestra ma anche acido muriatico. Scagliando poi un sasso contro la loro macchina e rompendo un vetro. Fioccavano minacce di morte, diceva che avrebbe dato fuoco, si faceva vedere con i coltelli in mano: un messaggio chiaro verso chi non aveva alcuna colpa se non di abitare nello stesso palazzo della donna. Che adesso dovrà dimostrare, anche con i fatti e con i lavori di pubblica utilità, che quello dello stalking e della persecuzione è un capitolo chiuso della sua vita.