ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

L’Alberino ricorda don Francesco. Collocata un’opera nella chiesa

A venticinque anni dalla scomparsa del parroco, l’iniziativa con l’offerta della Contrada del Bruco. Il quadro di Francesca Capitini rappresenta il Poverello di Assisi durante il suo passaggio a Siena.

Una cerimonia molto sentita, quella che si è svolta domenica all’Alberino. Si ricordava il 25° anno dalla scomparsa di don Francesco Lorenzini ed è stata inaugurata l’opera eseguita da Francesca Capitini, offerta dalla Contrada del Bruco. Tale opera è stata collocata nella Chiesa dell’Immacolata in uno degli spazi ideati da don Francesco, al fine di potervi realizzare bassorilievi o altre opere pittoriche, purtroppo mai eseguite per le sue precarie condizioni di salute. Quindi il lavoro di Francesca va a rappresentare il modo per rispettare i desideri del nostro amato parroco.

Dopo le parole di benvenuto e ringraziamento espresse da don Massimo Meioli, è stata presentata alle autorità intervenute e alla comunità parrocchiale l’artista che ha realizzato l’opera “San Francesco all’Alberino”. Francesca Capitini è nata ad Assisi: tra le sue opere più importanti, una scena di vita francescana che possiamo ammirare nella Basilica di Assisi. Tra le opere più recenti “Il Cenacolo” e la “Pentecoste” due affreschi che si trovano nella chiesa della Confraternita della Misericordia di Castelnuovo Berardenga. Altri dipinti in tecnica mista su intonaco si possono vedere nella chiesa di Santa Croce ad Abbadia San Salvatore.

Di seguito la descrizione dell’opera, curata da Maurizio Madioni: "Molti artisti hanno rappresentato in diversi modi San Francesco d’Assisi. Francesca Capitini in questo quadro ha voluto dipingere la scena con tonalità delicate e con particolare cura al dettaglio, soprattutto nelle vesti del Santo e dell’angelo che versa l’acqua sotto il leccio che nascerà dal bastone piantato nelle dirette vicinanze dell’eremo francescano. In quest’opera, sono inoltre rappresentati: l’eremo dell’Alberino, nella sua raffigurazione più antica, Porta Ovile, e in alto a sinistra una veduta di Siena. In alto a destra la mano di Dio, che benedice il miracolo del leccio. In basso, sono stati riportati alcuni versi del cantico delle creature, con il quale il santo descriveva ed esaltava le bellezze del creato". L’artista ha ricordato, tra l’altro, che papa Giovanni Paolo II scriveva che "l’arte serviva a trasmettere il messaggio affidato da Cristo e la Chiesa ha bisogno dell’arte. Essa deve rendere percepibile ed affascinante il mondo dello spirito e dell’invisibile di Dio".

Alla fine della cerimonia d’inaugurazione, come ringraziamento, l’artista ha regalato un quadro alla Contrada del Bruco, che verrà affisso nel museo della Contrada.