
di Andrea Talanti
Sono ancora vuote le vetrine di Lara Calzature, il negozio di scarpe in zona Campansi che ha già da tempo chiuso i battenti. È la prima fotografia di una Siena che non c’è più, quella del commercio, delle file fuori dai negozi nei giorni dei saldi, delle buste dello shopping colme e delle nuove aperture. La Y del commercio senese, quella che parte da via Montanini per poi diramarsi in Banchi di Sotto e via di Città, è stata decimata negli ultimi anni. Vittime eccellenti, botteghe, negozi e catene, nessuno escluso, con gli ultimi casi di Furla e BenHeart come simbolo di una Siena che sta piano piano perdendo riferimenti commerciali importanti. Erano stati i dati di Confcommercio, nel febbraio scorso, a rilanciare quell’allarme che già da mesi è sotto gli occhi dei senesi, alla voce ‘Affittasi’ o ‘Cessazione attività’.
Esattamente un anno fa si contavano 275 negozi nel centro storico, ben 47 in meno rispetto al 2012, 18 dei quali chiusi negli ultimi 3 anni. Un’emorragia che fa pari con il forte aumento di bar, ristoranti e strutture di ospitalità, ma che sta mettendo in ginocchio Siena lavora e investe. Ed è proprio in via Montanini che si sussurra di nuove possibile chiusure, con un noto negozio di calzature che sembra essere prossimo alla svendita. Non servono più nemmeno i saldi a far impennare la curva dell’ottimismo in città: le vetrine continuano a svuotarsi, e le motivazioni sono ormai note. Scelte politiche sbagliate o inesistenti, prezzi degli affitti esorbitanti e insostenibili, un turismo che non lascia denaro fresco nelle tasche delle attività commerciali, la devastante concorrenza dell’online e dei centri commerciali che spinge anche i cittadini a guardare altrove per i propri acquisti. Investire a Siena e su Siena è sempre più complicato, l’offerta ha dei costi che il potere d’acquisto della domanda non può più sostenere. Il grido di dolore dei commercianti si fa sempre più forte, la lista dei caduti sempre più lunga. Abbigliamento, parafarmacie, banche, negozi di oggettistica: ce n’è (o meglio, non ce n’è più) per tutti i gusti.
Via Montanini ha perso anche il Bar Nannini, in Banchi di Sotto non c’è più Douglas, ma hanno chiuso definitivamente negli ultimi anche In Voga, Four Loves, semplici e sfortunatamente non unici esempi di una città che sta cambiando. È il mondo del mordi e fuggi, che richiede rapidità anche negli acquisti, costi bassi, per portafogli che non sono più quelli di un tempo. Che a Siena spendevano eccome, ma che adesso preferiscono dirigersi verso altri lidi. I fondi sono sfitti, i monomarca che resistono sono pochi, le attività familiari ancora meno. La Siena dei bottegai va estinguendosi, in troppi sono costretti ad arrendersi. La sconfitta è di tutti.